Chiusura punto nascite, il Pd: “Ora guardare avanti”

6 ottobre 2017 | 17:22
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Chiusura punto nascite, il Pd: “Ora guardare avanti”

Il segretario Costa: “Capiamo l’amarezza, ma per rilancio ci sono gli investimenti”. Gli anestesisti: “Giusto chiuderlo”

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Sulla chiusura del punto nascite montano di Castelnovo Monti il Pd di Reggio Emilia vede il bicchiere mezzo pieno. Per il segretario uscente Andrea Costa – in corsa per un secondo mandato insieme al sindaco Andrea Tagliavini – e’ infatti comprensibile “l’amarezza dei cittadini”, proprio come lo era “l’istanza che da quel territorio arrivava, tanto da averla sostenuta nelle sedi opportune”.

Oggi pero’, “siamo di fronte ad un punto: si e’ compiuta una scelta tecnico/scientifica di cui prendiamo atto”. Ma “proprio oggi – sottolinea Costa – ribadiamo la centralita’ dell’ospedale di Castelnovo Monti nel percorso di riforma della sanita’ reggiana. Un percorso di riordino della rete ospedaliera basato su due principi: non si chiude nemmeno un ospedale del territorio reggiano, ed esiste una dorsale di ospedali di primo livello che da Guastalla, passando per il Santa Maria, arriva proprio a Castelnovo Monti”.

A questo proposito il segretario dem avvisa pero’ che gli investimenti sull’ospedale Sant’Anna previsti dalla Regione (quattro milioni circa) devono avere una data certa di realizzazione. “È fondamentale che i quattro milioni utili a qualificare ulteriormente il servizio ai cittadini dell’ospedale di Castelnovo, in termini impiantistici e di maggior personale medico e infermieristico, trovino condivisione con i territori e attuazione tempestiva”. Dunque, conclude il segretario, “guardiamo avanti, impegnandoci affinche’ le istituzioni incontrino i cittadini per diffondere i contenuti delle scelte intraprese e le volonta’ di investimento sulla struttura, perche’ la montagna e’ per il Partito democratico, un’area strategica per lo sviluppo e la coesione territoriale”.

Gli anestesisti: “Giusto chiuderlo”
“Pur comprendendo la delusione delle mamme dei tre comuni in cui e’ stata stabilita la chiusura dei punti nascita” gli anestesisti rianimatori condividono la decisione del ministero della Salute “e si mettono a disposizione per spiegare ancora una volta alle comunita’ che i piccoli punti nascita, sebbene piu’ vicini a casa, sono ad alto rischio per la sicurezza della donna e del bambino”. A ribadirlo e’ l’Aaroi-Emac Emilia Romagna, sezione regionale dell’associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica.

“Il nostro auspicio, dopo la chiusura di tre punti nascita – sottolinea Matteo Nicolini, presidente Aaroi-Emac Emilia Romagna -, e’ che le strutture in deroga siano sottoposte a stretto monitoraggio affinche’ i requisiti di sicurezza vengano sempre garantiti senza ricorrere ad espedienti fantasiosi. Non dimentichiamo, infatti, quanto accaduto con le modalita’ organizzative del periodo estivo di alcuni punti nascita che prevedevano la figura dell’anestesista rianimatore mascherato da ginecologo, con la funzione di ‘tappabuchi’ in situazioni di competenza ginecologico-ostetrica. Sia quindi ben chiaro che -se proprio devono rimanere aperti- i punti nascita di Scandiano (Re), Mirandola (Mo) e Cento (Fe) dovranno rispettare gli standard clinici e organizzativi, a partire dal numero adeguato di personale e l’imprescindibile presenza dell’anestesista dedicato in sede H24 per le eventuali urgenze e magari arrivare finalmente a offrire il servizio di parto in analgesia epidurale”.