Venezuela, Maduro stronca rivolta militari: 3 morti, molti arresti

6 agosto 2017 | 21:15
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Venezuela, Maduro stronca rivolta militari: 3 morti, molti arresti
Venezuela, Maduro stronca rivolta militari: 3 morti, molti arresti
Venezuela, Maduro stronca rivolta militari: 3 morti, molti arresti

Ancora altissima la tensione nel Paese dopo le contestate elezioni dell’Assemblea costituente e la denuncia di brogli da parte del Procuratore Generale, “dimissionata” dai chavisti

CARACAS (Venezuela) – E’ ancora altissima la tensione in Venezuela, dove le forze armate lealiste filo-Maduro hanno annunciato di avere bloccato sul nascere la rivolta di un gruppo di militari. I morti sarebbero tre, numerosi gli arrestati.
I ribelli, giuidati da Juan Caguaripano, identificatosi come comandante dell’operazione “David Carabobo”, avevano annunciato le loro intenzioi in un videomessaggio: “Non è un colpo di Stato, ma un’azione civica e militare per ristabilire l’ordine costituzionale, per salvare il Paese dalla distruzione totale”.
La dinamica dell’accaduto non è chiara. Pare che i ribelli abbiano attaccato una base militare all’alba.
“Una settimana fa abbiamo vinto con il voto, oggi è stato necessario vincere il terrorismo con le pallottole”, ha detto il presidente Nicolas Maduro, facendo riferimento alle elezioni per l’Assemblea Costituente e chiedendo poi la “massima pena per autori del complotto”

Non lontano dalla base militare dove si sono svolti i fatti nel corso di una manifestazione la polizia ha ucciso Ramon Rivas, un dirigente di 51 anni del partito d’opposizione ‘Avanzada Progresista’. Altre manifestazioni, sia a favore che contro Maduro, sono in corso nel Paese.

Desta ancora scalpore il modo in cui i militari hanno rimosso la procuratrice generale Luisa Ortega Diaz: le forze di sicurezza hanno prima circondato il tribunale di Caracas, bloccando gli accessi, e poi sono entrate di forza nell’ufficio del magistrato.

Luisa Ortega Diaz aveva aperto un’inchiesta denunciando brogli elettorali nelle elezioni di domenica scorsa e che si era rifiutata di lasciare il suo ruolo a seguito della decisione della Costituente venezuelana di licenziarla. Quando la nuova assemblea – 545 membri, 100%  “chavisti” – l’aveva rimossa, lei aveva dichiarato che “nel Paese è in pieno corso un golpe contro la Costituzione, combatterò fino all’ultimo respiro” e che era in atto un golpe da parte del “Tribunale supremo della giustizia e il governo. Hanno deciso di rimuovermi affinché smetta di difendere i diritti del popolo”.

La rimozione della Ortega Diaza aveva provocato la dura condanna da parte del segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro: “Un’aggressione contro di lei è un’aggressione contro la democrazia in Venezuela”. I ministri degli Esteri di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay hanno sospeso il Venezuela dal Mercosur per mancato rispetto della “clausola democratica”.

Anche il Papa ha condannato quanto sta avvenendo in Venzuela, ma Maduro non si è lasciato sfuggire l’occasione di un attacco alla Santa Sede: “Una cosa è il percorso del Papa come difensore dei popoli cristiani con la sua umiltà, un’altra, molto diversa, è la struttura della segreteria di Stato vaticana, della burocrazia”. “Non accettiamo ingerenze straniere”, hanno detto i vertici della Costituente.

Il Vaticano aveva chiesto a Maduro di “assicurare il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali” e di sospendere l’Assemblea appena eletta perché “invece di favorire la riconciliazione fomenta un clima di tensione”.