“Vecchi, appello apprezzabile ma politicamente ipocrita”

Sel: “Belle parole le sue, ma noi bbiamo presentato mozioni in Consiglio Comunale contro i decreti Minniti-Orlando che il Pd ha respinto con le destre2

REGGIO EMILIA – “La lettera/appello del sindaco Vecchi “contro la paura” che in questi giorni estivi sta animando il dibattito politico cittadino non è certo un testo “buonista” (termine che detestiamo), come in molti lo stanno dipingendo. Le osservazioni e le riflessioni in esso contenute sono in larga parte condivisibili ed umanamente apprezzabili. La stessa lettera contiene però una forte dose di ipocrisia politica, ipocrisia che ci impedisce di sottoscriverla come invece avremmo voluto, come cittadini e come forza politica, visto il tema delicato che tratta.

Stiamo parlando infatti di un dibattito che a Reggio ha preso il via dalla questione dei migranti e richiedenti asilo, portando una significativa e rumorosa minoranza della nostra città a proferire parole di odio e atteggiamenti razzisti inammissibili ed incompatibili con la nostra storia di città aperta e profondamente democratica. Accanto all’opinione pubblica, che fatica a comprendere la complessa ma buona gestione dell’accoglienza, ed ai ragionamenti di “pancia” di tanti cittadini riflettenti il clima teso ed esasperato che viviamo, esistono però scelte politiche che possono fomentare diffidenza e repressione verso i più deboli e i più fragili, cioè le persone citate dal sindaco Vecchi.

Scelte che derivano in primo luogo dall’operato e dai messaggi del governo nazionale, operato semplicemente ignorato nell’appello pubblicato, come se non esistesse e non portasse parte della responsabilità del clima teso che oggi respiriamo nel nostro Paese.

Per contrastare queste scelte pericolose per messaggi e contenuti, prima a giugno poi a luglio, abbiamo presentato mozioni in Consiglio Comunale contro i decreti Minniti-Orlando, cioè quegli strumenti di controllo e repressione che vanno, tra le altre cose, a ridurre i diritti dei più deboli. Decreti che, tra l’altro, legano in maniera errata e pericolosa i concetti di povertà, fragilità e migrazione a quello di sicurezza, equazione che noi rifiutiamo, ricordando che le responsabilità sono sempre individuali e non debbono mai abbattersi su un intero gruppo di persone.

Ovviamente le nostre mozioni sono state respinte unitariamente dalle destre e dal Pd. Tutto ciò va ad alimentare la visione distorta del complesso problema della migrazione che serpeggia da mesi a Reggio Emilia,   e che a volte emerge marciando nelle nostre piazze o si palesa nelle dichiarazioni di qualche ristoratore che nasconde dietro motivi economici atteggiamenti apertamente razzisti. Abbiamo visto nelle preoccupanti dichiarazioni di alcuni cittadini come poi il passo sia breve nel passare dall’attacco ai migranti a quello verso altre fragilità, come le problematiche di igiene mentale, sfociando in un attacco indiscriminato verso il “diverso”, “l’anomalo”, senza più barriere o confini.

Una lettera è una bella azione, per carità, ma la politica, quella del medesimo Partito Democratico rappresentato dall’estensore di quella lettera, cosa sta facendo realmente per gli ultimi, a parte contribuire ad ampliare ulteriormente le disuguaglianze?  Abbiamo visto Forza Nuova tappezzare la nostra città di manifesti ringraziando il Pd di aver arenato ancora la legge a favore dello Ius Soli, abbiamo sentito ex missini elogiare i decreti Minniti e giovani di Casa Pound applaudire apertamente all’iniziativa militare in Libia.

E’ inevitabile quindi chiederci: a che mondo sta parlando questa politica? A chi vuole realmente rispondere? Un giorno una lettera contro le fragilità, un altro provvedimenti contro i disperati, un altro ancora attacchi continui a quelle associazioni che rappresentano le maggiori realtà di quel volontariato sociale difeso nella medesima lettera, in una incoerenza disarmante e disorientante.

Dobbiamo remare insieme verso la stessa direzione, proprio come scritto nella lettera del sindaco Vecchi “respingendo la deriva dell’odio e della paura e riscoprendo la strada della fiducia nella convivenza civile”. Noi intendiamo farlo, dentro e fuori le istituzioni, collaborando con tutti coloro che intendono lavorare seriamente su problematiche così complesse, nel sociale come nel mondo politico, per evitare quella che si sta configurando come una guerra tra le componenti più deboli della nostra società. Ma alle belle parole devono seguire i fatti ed i fatti, oggi, di chi governa questo Paese e la nostra città, vanno oggettivamente in un’altra direzione”.