Reggio, dopo 10 anni di crisi: produce meno e lavora peggio

8 giugno 2017 | 15:39
Share0
Reggio, dopo 10 anni di crisi: produce meno e lavora peggio

Il report della Cgil. Crollano dell’8% le imprese attive sul territorio: -4200 dall’inizio della crisi. Boom di licenziamenti, nel 2016, nel mercato del lavoro reggiano. Mora: “Il Pd si assuma le sue responsabilità”

REGGIO EMILIA – Un sistema produttivo piu’ ristretto, che genera meno ricchezza e diviso tra “sommersi e salvati”. All’interno del quale si nota una lieve ripresa dell’occupazione, ma sensibilmente peggiore in termini qualitativi: piu’ precaria e povera. Sono gli effetti di quasi 10 anni di crisi economica in provincia di Reggio Emilia, che saranno presentati domani dalla Cgil in un convegno dedicato a due ricerche effettuate dal sindacato.

Si tratta del tradizionale rapporto Ires annuale sull’economia locale, a cui si aggiunge quest’anno un’analisi dei bilanci di 130 imprese dal 2008 al 2015, realizzata con lo studio “Baldi & partners” e Stefano Campani per conto dalla Cgil. Un appuntamento, quello di domani nella sede della Camera del lavoro (a partire dalle 15) con cui la Cgil vuole soprattutto sollecitare la ripresa del progetto dell’Osservatorio economico, coesione sociale e legalita’ che si e’ in questi anni sostanzialmente arenato.

Lo dice chiaro il segretario generale della Cgil reggiana Guido Mora: “Nel nostro piccolo vogliamo dare un contributo ad un confronto di merito, non sui massimi sistemi ma sulle cose concrete da fare in questo territorio per affrontare una situazione che, come abbiamo denunciato per anni da soli e inascoltati, oggi non sembra piu’ sostenibile”. Lo “scopo del convegno – prosegue – e’ indicare un terreno di lavoro a partire dall’analisi del punto in cui siamo adesso e ci piacerebbe che altri momenti di discussione venissero avviati anche da altri soggetti, a cui noi saremmo felici di contribuire”.

L’appello sulla ripresa dell’osservatorio, infine, va in particolare al mondo politico perche’ “un partito presente qui e a livello nazionale dove sono state decise le politiche di austerita’ che ci hanno portato a questo punto, qualche responsabilita’ se la deve assumere”, conclude Mora.

Crollano dell’8% le imprese attive sul territorio: -4200 dall’inizio della crisi
Scorrendo le analisi della Camera del lavoro un dato che balza subito all’occhio e’ quello del crollo di quasi l’8% delle imprese attive del territorio, dall’inizio della crisi ad oggi. Una “selezione darwiniana”, che porta ad un saldo negativo di meno 4200 imprese e che vede l’artigianato tra i settori piu’ colpiti, con la scomparsa di 3.800 aziende. Altro numero sottolineato in rosso e’ poi quello del cosiddetto “valore aggiunto”, cioe’ l’indicatore della ricchezza prodotta dalle imprese. La colonnina di questo parametro e’ scesa del 9% nel 2016, rispetto al 2008.

Il territorio genera un decimo di ricchezza in meno
Tradotto: a parita’ circa di abitanti, il territorio genera un decimo di ricchezza in meno, con tutte le conseguenze sociali che ne derivano. Non e’ tutto: come chiarische lo studio Baldi, delle 130 imprese analizzate solo 41, che hanno piu’ di 100 dipendenti, sono riuscite in questi anni ad aumentare il fatturato tramite l’export e salvaguardare l’occupazione. Le altre 89 aziende prese in esame, “galleggiano tra le difficolta’”. Infine “quelle sotto i 20 dipendenti, che sfuggono all’analisi, sono un universo che non galleggia neanche”, commenta Mora. Sul fronte occupazionale, per finire, si riscontra nel 2016 un incremento del 2,3%.

Tuttavia, osserva la Cgil, “cio’ e’ dovuto in gran parte agli incentivi di decontribuzione sulle assunzioni ex novo (jobs act) che hanno avuto inizio nel 2015. Si vedra’ presto quanta stabilita’ avranno questi rapporti di lavoro: se ne prevede ben poca”. Inoltre, “l’uso efficace degli ammortizzatori sociali durante la crisi, realizzato grazie alla contrattazione difensiva, ha contribuito all’incremento degli occupati reali permettendo un calo del tasso di disoccupazione”.

Boom di licenziamenti, nel 2016, nel mercato del lavoro reggiano
E’ uno dei dati delle analisi sugli effetti della crisi sul territorio, che verranno presentati domani in un convegno dalla Cgil. In particolare l’anno scorso i licenziamenti individuali sono aumentati dell’8%. All’interno di questi c’e’ stato un incremento del 30% di quelli per giusta causa, del 51% per giustificato motivo soggettivo e dell’8% per giustifcato motivo oggettivo. “Grazie al Jobs act – commenta la Camera del lavoro – si mostrano gli effetti dell’esercizio unilaterale del potere dell’impresa”. Per il sindacato il peggioramento delle condizioni dei lavoratori e’ inoltre conclamato anche dall’uso massivo dei voucher, per un totale di 1,8 milioni l’anno scorso, che si stima equivalente a 3.000 occupati “ma senza diritti”.