Fiaccolata, in 700 contro sindaco e profughi: “Sono troppi”

13 giugno 2017 | 08:29
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Fiaccolata, in 700 contro sindaco e profughi: “Sono troppi”

i cittadini ieri sera sono scesi in piazza con uno striscione: “Da 427 a 1095, perché?”. Dure critiche a Vecchi e a Sassi

REGGIO EMILIA – In 700 contro un afflusso di richiedenti asilo ritenuto eccessivo nel capoluogo e contro il sindaco Vecchi a cui era indirizzata la domanda, su uno striscione: “Da 427 a 1095, perché?”. Sono i cittadini che ieri sera sono scesi in piazza Martiri del 7 Luglio per ritrovarsi a manifestare chiedendo risposte al primo cittadino. La fiaccolata pacifica è stata organizzata e guidata dai comitati di cittadini Ascoltare Santa Croce, Caggiati – Santo Stefano, Gardenia, Porta e Via Emilia San Pietro, Reggio Civitas, Reggio Est Sicura, Via Filzi e dintorni, mentre nessun partito o forza politica si è mostrato palesemente: nessuna bandiera o slogan (escluse le solite magliette di protesta), nella piazza solo candele e torce accese.

Persone di tutte le età hanno marciato pacificamente dalla piazza del teatro Valli fino a Piazza Prampolini, dove, davanti al comune, i cittadini hanno lasciato simbolicamente lo striscione che aveva aperto la manifestazione.  “Da 427 a 1095, perché?”. Questa la domanda, semplice solo all’apparenza, dietro a cui i cittadini hanno sfilato e che hanno voluto rivolgere al sindaco Vecchi. Erano 427 i richiedenti asilo che il comune di Reggio avrebbe dovuto accettare secondo gli accordi, 1095 è stato invece il numero che è stato accettato. I comitati cittadini sono scesi in piazza alla ricerca delle motivazioni dietro a questa scelta, non per discutere sul numero o sul ruolo che la città di Reggio deve avere. Secondo quanto affermano l’accoglienza non viene mai rifiutata o messa in discussione, anzi vengono criticati quei comuni nel Reggiano che hanno rifiutato di fare la propria parte in questa situazione di crisi nazionale.

Tra i partecipanti alla manifestazione, però, emergono anche altre motivazioni che vengono elencate dai partecipanti: la richiesta di più sicurezza, più controlli, la protesta contro questi numeri, considerati eccessivi. Molto diffusa soprattutto, secondo quanto dicono molti, la sfiducia in questa giunta che “non pensa al benessere della sua cittadinanza ma a quella di poche cooperative che trovano in questi numeri un profitto contestabile, sfiducia che alcuni cittadini provano anche nella stessa manifestazione, a cui non si aspettano risposta efficace da parte della autorità competenti”.

“Stasera si è dimostrato che a Reggio Emilia si è stanchi di tutelare cooperative e centri sociali, i cittadini vogliono comunque essere tutelati ed avere dei diritti, mentre a Reggio – continua a commentare uno degli organizzatori della serata – sembra che si guardi molto agli interessi delle cooperative e dei centri sociali che sono proliferate nel frattempo. È nato un business ed è evidente che dietro a queste motivazioni ci sono degli interessi economici.”

Il numero dei partecipanti ha stupito tutti, a partire dagli stessi cittadini fino agli organizzatori dei comitati, che sono rimasti estremamente soddisfatti da questa vasta partecipazione che ha quasi triplicato le aspettative iniziali. “Portare 700 persone in una città come Reggio, per una manifestazione così, qualche domanda [il sindaco e la giunta] se la devono porre”, commenta brevemente Corrado Grasselli, referente del Comitato Reggio Est Sicura (CRES), e portavoce della manifestazione. Nonostante il numero inaspettato di partecipanti, la fiaccolata si è svolta in maniera pacifica, senza contestazioni o episodi di scontro. Importante anche la partecipazione delle forze dell’ordine, che hanno guidato e scortato la processione, pronti a qualsiasi evenienza che, per fortuna, non è successa.

È passato poco più di un mese da un’altra fiaccolata organizzata dallo stesso comitato, che lo scorso 29 marzo, aveva invece sfilato per le vie della stazione centrale. Anche quella volta i cittadini avevano chiesto delucidazioni al sindaco riguardo alle modalità con cui i richiedenti asilo erano stati smistati – in modo scorretto, secondo i cittadini presenti – nelle diverse aree della città. In sole sei settimane, unendosi anche ad altri comitati cittadini, il numero di partecipanti è cresciuto di 5 volte, e le loro voci che chiedono spiegazioni al primo cittadino iniziano a essere sempre più insistenti.

Nei prossimi giorni conosceremo forse anche la risposta a questa fiaccolata da parte di Vecchi che, in questi ultimi giorni, si era schierato contro questa decisione di manifestare e, appoggiato da altri membri della giunta, si era mostrato tranquillo e convinto di continuare in questa direzione. I comitati sono già pronti a tornare in piazza a manifestare. La serata si è conclusa verso le 22, con la distribuzione da parte dei comitati e dagli organizzatori di volantini che spiegano più in dettaglio le motivazioni dietro alla manifestazione. Il centro della città infatti, riempito dalla fiaccolata, aveva attirato più di un gruppetto di curiosi, che hanno avuto la possibilità di ricevere maggiori informazioni riguardo all’evento.

Il volantino: “Il sindaco ha il dovere di tutelare la sua comunità”
Ecco il testo del volantino: “Chiediamo al sindaco perché ha deciso di andare ben oltre il numero massimo di richiedenti asilo che la città poteva ospitare, 427, portandolo a 1.095. Quali sono le motivazioni? Il sindaco ha dichiarato che non è sua responsabilità, ma del prefetto: falso. L’accordo Governo/ANCI è molto chiaro. È facoltà del sindaco, una volta raggiunto il numero massimo previsto dall’accordo stesso, accettare altri richiedenti asilo. Chiediamo, in ragione dei numeri sopra esposti, che il sindaco non accetti altri richiedenti asilo nel Comune di Reggio Emilia. I reggiani hanno già dato, abbondantemente. I richiedenti asilo non stanno arrivando da zone dichiarate in guerra. Attualmente il 95% di queste persone non riceve il permesso di soggiorno ma il foglio di via. Fra 2 anni avremo circa 1.000 persone sul territorio cittadino che avranno in mano un foglio di via e saranno irregolari. Il sindaco e questa amministrazione Comunale pensano che queste persone si vaporizzeranno sul territorio? Come pensano che questi signori potranno vivere? Ricordiamo al sindaco che ha il dovere di tutelare la sua Comunità. Non lo sta facendo. Abbiamo la netta sensazione che il sindaco stia confondendo la parola sindaco, per una sorta di deformazione professionale. Prima faceva il sindaco per le cooperative, ora, gli ricordiamo, è sindaco di una comunità. Sono gli interessi della Comunità, e non delle cooperative, che il sindaco di Reggio Emilia deve tutelare. Siamo rimasti particolarmente disgustati dagli interventi del vicesindaco Sassi. Ricoprendo un ruolo istituzionale ha pubblicamente dichiarato che i Comitati di cittadini di Reggio Emilia manifestano contro bambini, donne, anziani, fomentando, dall’alto di un ruolo istituzionale, l’odio nei confronti di liberi e civili cittadini e cittadine che manifestano su temi di sicurezza e trasparenza. Come possa ancora ricoprire un incarico istituzionale, dopo aver fatto dichiarazioni così infamanti e vergognare, resta un mistero per la civile città di Reggio Emilia”.