Duplice attentanto a Londra, 6 morti e 48 feriti

4 giugno 2017 | 09:41
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Duplice attentanto a Londra, 6 morti e 48 feriti

L’attacco simile a quello di Westminster Bridge: i pedoni travolti da un pulmino e accoltellamento a Borough Market. Testimoni riferiscono di tre uomini con coltelli lunghi 30 cm. Gli attentatori sono stati tutti uccisi. Diversi feriti sarebbero in condizioni critiche. Falso allarme a Vauxhall Bridge. May convoca comitato emergenza

REGGIO EMILIA – Terrore nel centro di Londra nel nome di “Allah” e sangue sulle elezioni in Gran Bretagna, a soli 4 giorni dal voto dell’8 giugno. Un duplice attacco e’ stato condotto nella notte nel cuore della capitale del Regno: dapprima su London Bridge, ponte simbolo della citta’, dove un pulmino ha investito diversi pedoni e ne sono poi usciti tre aggressori che hanno accoltellato altri passanti; quindi nella zona di Borough Market, dove lo stesso commando ha continuato la sua azione di morte prima di cadere sotto i colpi della polizia.

Mark Rowley, numero uno dell’antiterrorismo di Scotland Yard, ha precisato prima dell’alba il numero delle vittime: “6 morti” mentre i feriti sono 48 diversi dei quali, secondo quanto ha riferito il sindaco di Londra Sadiq Khan sono in condizioni critiche. “I terroristi – ha detto Khan – hanno in odio la nostra democrazia. Giovedì dobbiamo andare a votare per difendere la civiltà, i diritti umani e la democrazia”.

Intanto il partito conservatore ha confermato di aver sospeso la campagna elettorale. In un comunicato, ha reso noto che “oggi non ci sarà campagna nazionale. Rivedremo la situazione nel corso della giornata e quando emergeranno ulteriori dettagli sull’attacco” terroristico. Morti anche i tre terroristi. Non risultano altri assalitori e sospetti in fuga. Ma le indagini proseguono senza escludere eventuali fiancheggiatori esterni.

Il movente del terrorismo, evocato inizialmente come “potenziale” dalla premier Theresa May, e’ stato confermato quasi subito dagli investigatori. La sequenza si e’ consumata in pochi minuti (ne sono passati 8 fra la prima telefonata di allarme e la sparatoria finale), a neppure due settimane di distanza dell’atroce attentato suicida commesso alla Manchester Arena il 22 maggio: dove Salman Abedi, giovane britannico figlio di ex rifugiati politici libici anti-Gheddafi, si era fatto esplodere fra la folla che usciva dal concerto di Ariana Grande – fra cui molti giovanissimi – causando 22 morti e circa 120 feriti.

Ma il paragone piu’ evidente e’ quello con un altro episodio avvenuto a Londra qualche mese fa, nella zona di un secondo ponte cittadino celebre, Westminster Bridge, quando un uomo, Khalid Masood, si lancio’ alla guida di un Suv su un gruppo di pedoni, uccidendone 5, per poi scendere dalla vettura e accoltellare a morte un poliziotto all’ingresso dell’adiacente palazzo del parlamento prima d’esser ucciso a sua volta da un agente armato. Se in quel caso l’attacco si era svolto in pieno giorno, questa volta e’ avvenuto tuttavia al calar del buio, in una zona straboccante di passanti e turisti in giro di sabato sera.

A London Bridge numerosi testimoni hanno visto il van, un veicolo bianco noleggiato dalla Hertz, piombare ad alta velocita’, attorno agli 80 chilometri all’ora, su un marciapiede e falciare una mezza dozzina di persone. Finche’ dal mezzo sono saltati fuori tre ossessi, tutti uomini e armati con coltelli dalle lunghe lame (30 centimetri, stando ad alcuni racconti), e si sono scagliati a tirare fendenti gridando: “Questo é per Allah”.

Il panico e’ dilagato e l’intervento della polizia, seppure rapido, si e’ svolto in un clima di enorme concitazione. “Run, hide and tell” (Scappate, nascondetevi e riferite), ha twittato a un certo punto Scotland Yard rivolgendosi a chi si trovava nell’epicentro del caos. Mentre la sensazione riferita dalla Bbc e’ che l’intelligence fosse stata colta di nuovo di sorpresa.

Il terzetto intanto riusciva a proseguire fino alla zona dei bar e dei ristoranti di Borough Market, dove vi sono stati altri accoltellamenti, l’attacco a un poliziotto e lo scontro a fuoco finale: suggellato dallo scatto d’un giovane fotografo italiano, Gabriele Sciotto, con l’immagine di due dei terroristi distesi sull’asfalto ormai senza vita, uno dei quali con indosso una simil-cintura esplosiva.