Aemilia, in appello chiesti otto anni per Pagliani

9 giugno 2017 | 18:47
Share0
Aemilia, in appello chiesti otto anni per Pagliani

E sei per Bernini dopo l’assoluzione e la prescrizione in primo grado. Il capogruppo di Fi: “Continua il martirio di un innocente”

REGGIO EMILIA – Arrivano le prime richieste di condanna nell’appello della tranche del processo Aemilia in corso a Bologna con rito abbreviato, che coinvolge 60 imputati.

In particolare l’accusa, rappresentata dai pm della Dda Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, e dai sostituti pg Umberto Palma e Nicola Proto, ha chiesto, a quanto si apprende, la condanna a otto anni di carcere per il consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e a sei anni per l’ex assessore forzista del Comune di Parma Giovanni Paolo Bernini, imputato per scambio elettorale politico-mafioso.

In primo grado i due erano entrambi riusciti a evitare la condanna. Pagliani, per cui i pm avevano chiesto la condanna a 12 anni, era stato assolto, mentre Bernini, per cui anche in primo grado erano stati chiesti sei anni di carcere, era stato salvato dalla prescrizione.

Il capogruppo di Fi: “Continua il martirio di un innocente”
Scrive Giuseppe Pagliani: “Apprendo dai miei Avvocati che la Procura ha richiesto, in appello, la condanna del sottoscritto a 8 anni. Si continua dunque da anni nella persecuzione di un innocente, il quale è già stato assolto prima con il riesame e successivamente in primo grado perché il fatto non sussiste e dunque con formula piena. Vedo che quantomeno la procura in appello ha diminuito di 1/3 la richiesta di pena, attenuando, ma non eliminando, la follia delle richieste di primo grado. Certo permane il protrarsi di  una palese violenza nei miei confronti che in 25 anni di politica militante non mi è mai accorso di vedere nei confronti di nessun esponente politico locale. Ancora si finge di non sapere che il sottoscritto non ha mai avuto alcun potere di gestione della cosa pubblica. Resto sempre e comunque fiducioso che l’assoluzione piena ottenuta in primo grado venga confermata anche in sede di appello”.