Gay pride, l’atmosfera si infiamma: lettera denigratoria contro don Cugini

23 maggio 2017 | 19:24
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Gay pride, l’atmosfera si infiamma: lettera denigratoria contro don Cugini

Il parroco che organizzò la veglia di preghiera contro l’omofobia: “Valanghe di insulti sul mio blog e un furto misterioso. Ora basta vado in questura a sporgere denuncia”. Il presidente di Arcigay Nicolini: “Forza don Paolo, stai facendo cose giuste”

REGGIO EMILIA – “E’ sicuramente una lettera denigratoria legata al fatto che sto facendo un percorso, dal punto di vista spirituale, con persone omosessuali”. Don Paolo Cugini, interpreta così una violenta lettera denigratoria, anonima, inviata al papa, al vescovo, al sindaco e ai mezzi di informazione in cui, in un modo sgrammaticato e alquanto confuso, si fa cenno ad atteggiamenti moralmente riprovevoli da parte del parroco di Regina Pacis, Roncina, Spirito Santo, San Bartolomeo e Codemondo.

Il tono della missiva e il modo in cui è stata scritta, che non riportiamo, ovviamente, nei suoi contenuti denigratori, ma di cui diamo notizia per fare capire quale clima si stia respirando in città in certi ambienti alla vigilia del Gay Pride che si terrà il 3 giugno, fanno effettivamente pensare a una sorta di “macchina del fango” messa in moto per screditare don Cugini.

Il sacerdote, lo ricordiamo, aveva organizzato domenica 14 maggio scorso una veglia di preghiera a Regina Pacis per combattere l’omofobia ed era rivolta ai ragazzi omosessuali e alle ragazze lesbiche del quartiere. Un’iniziativa che aveva suscitato parecchi malumori in certi ambiti cattolici.

La temperatura, infatti, è alta in città. La mattina del 3 giugno vi sarà unacontromanifestazione dei cattolici integralisti, organizzata dal neocostituito comitato cattolico “Beata Giovanna Scopelli” con ritrovo nella stessa giornata, alle 10.30, sul sagrato della cattedrale. Il manifesto dell’iniziativa riporta un’immagine della flagellazione di Cristo. Il vescovo si è dissociato e ha negato l’utilizzo del sagrato. Ora questa lettera inviata da mani ignote.

Continua don Cugini: “Mi aspettavo una cosa più intelligente e scritta in italiano corretto, almeno. Ho ricevuto una valanga di insulti anche sul mio blog per la mia iniziativa”. Poi racconta un episodio che, a suo parere, è legato a questa vicenda: “Ho subito un furto tre settimane fa. Hanno sfondato la porta e rubato la borsa del computer. Solo quello. Nient’altro. E dire che c’erano anche altre cose preziose. Si vede che cercavano del materiale dentro al Pc. Chissà cosa volevano dimostrare. Evidentemente non ci sono riusciti e ora hanno mandato questa lettera. Domani vado in questura e sporgo denuncia contro ignoti”.

Conclude: “E’ una cosa ignobile. Stanno attaccando con aggressività tutti quelli che non la pensano come loro. Ho avvisato anche il vescovo, ma non sono riuscito a parlargli perché è a Roma. Ho parlato con il suo vicario che mi ha detto di stare tranquillo”.

Il presidente di Arcigay Nicolini: “Forza don Paolo, stai facendo cose giuste”
Il presidente di Arcigay Gioconda Reggio Emilia Alberto Nicolini, appena informato della lettera arrivata ai giornali contenente accuse infamanti nei confronti del parroco di Regina Pacis don Paolo Cugini, dichiara: “Ho chiamato subito don Paolo. L’impressione è che in questi giorni il clima a Reggio Emilia sia gonfiato da gruppi estremisti, che fanno il loro gioco di paura e negatività. Purtroppo i social tendono a fare da grancassa a voci estreme e isolate, che poi vanno a istigare persone poco stabili. Con don Paolo abbiamo poi riflettuto sul clima, gli attacchi, e convenuto che a Reggio Emilia dobbiamo lavorare di più per promuovere il benessere e combattere l’omofobia. Il peccato vero è l’istigare le menti deboli, altro che sodomia. Forza don Paolo, evidentemente stai facendo cose giuste”.