Aemilia, il 9 maggio parlano gli imputati

2 maggio 2017 | 19:46
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Aemilia, il 9 maggio parlano gli imputati

Giovedì niente udienza per sciopero: scontro su intercettazioni

REGGIO EMILIA – Martedi’ prossimo, 9 maggio, cominciano nel Tribunale di Reggio Emilia i primi interrogatori degli imputati del processo Aemilia. Citati dal pm Marco Mescolini, saranno sentiti tra gli altri l’imprenditore Augusto Bianchini con il figlio Alessandro e la moglie Bruna Braga, Michele Bolgnino (che ha dichiarato in videoconferenza di voler rispondere alle domande), Vincenzo e Giuseppe Iaquinta, oltre a Cavedo Maurizio e Luigi Silipo.

Hanno invece gia’ anticipato che non renderanno dichiarazioni, e lo confermano, i fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, titolari di una ditta edile e colpiti da pesanti sequestri patrimoniali. La data dell’udienza e’ fissata in una delle due ordinanze emesse oggi – al termine di una Camera di Consiglio fiume durata quasi tre ore – dal presidente della Corte Francesco Maria Caruso.

L’ordinanza prende quindi atto della mobilitazione degli avvocati penalisti contro diversi aspetti della riforma del processo penale, gia’ approvata con voto di fiducia al Senato e in attesa del via libera della Camera, a cui hanno aderito con il consenso dei loro assistiti anche i legali difensori di Aemilia, che saranno in sciopero da oggi fino a venerdi’ 5 maggio. In un’aula semideserta in occasione del primo giorno di sciopero, c’e’ stato pero’ spazio anche per le schermaglie legali.

Gli avvocati difensori hanno infatti chiesto di procedere all’esame degli imputati solo dopo il completamento delle operazioni di trascrizione delle intercettazioni telefoniche raccolte dalle forze dell’ordine, su cui si fonda gran parte delle accuse che vengono mosse ai loro clienti. Un’operazione per cui lo stesso Tribunale aveva incaricato circa un anno fa dei periti super partes, ma non ancora finita per l’incredibile numero di atti da trascrivere.

Nell’ordinanza emessa questa mattina, anche per non allungare i tempi del procedimento, si spiega pero’ che “nessuna compromissione del diritto di difesa puo’ derivare dall’impossibilita’ materiale, dovuta alla smisurata mole di intercettazioni da trascrivere, di avere a disposizione la trascrizione integrale delle stesse”. Respingendo quindi l’istanza della difesa i giudici hanno pero’ disposto che in caso di contestazioni sull’interpretazione delle intercettazioni, su richiesta dei difensori, i passaggi che interessano saranno fatti ascoltare in aula.