Aemilia, Mezzetti: “Per molto tempo si sottovalutò”

18 aprile 2017 | 19:18
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Aemilia, Mezzetti: “Per molto tempo si sottovalutò”

L’assessore regionale Mezzetti: “Spesso mi sono sentito non compreso dalla mia stessa parte politica”. Manghi: “Incendi e interdittive erano per noi inediti”

REGGIO EMILIA – “Per molto tempo a mio avviso c’e’ stata una sottovalutazione, non una volonta’ di rimozione, non da parte di tutto il mondo della politica ma di una sua parte significativa”. E ancora: “Spesso mi sono sentito non compreso dalla mia stessa parte politica”. E’ un passaggio della deposizione nell’aula del processo Aemilia dell’assessore regionale alla Legalita’ Massimo Mezzetti, ascoltato in qualita’ di testimone di parte civile.

Tra le altre istituzioni che si sono costituite nel processo in corso a Reggio Emilia, ci sono infatti oltre ai sindacati e a diverse associazioni, anche la Regione, la Provincia di Reggio e 4 Comuni reggiani: Bibbiano, Quattro Castella, Reggio e Brescello. Mezzetti ha in sostanza spiegato che la consapevolezza del fenomeno mafioso sul territorio e’ andata aumentando negli anni, a partire proprio da diversi studi commissionati dall’ente regionale. Fino ad arrivare, l’anno scorso, al testo unico sulla Legalita’ approvato all’unanimita’ dall’Assemblea legislativa. Sulla stessa linea il presidente della Provincia di Reggio Giammaria Manghi, a cui i giudici hanno chiesto se prima del processo avesse avuto sentore della presenza della criminalita’ organizzata.

“Con il prefetto De Miro si era avviata la stagione delle interdittive che erano un elemento assolutamente inedito per il nostro territorio. Erano segni che iniziavano a diffondere una forte consapevolezza accompagnati anche da una serie di incendi e atti intimidatori”, spiega Manghi. Ammettendo poi: “Di certo per un periodo non ci si e’ resi conto delle infiltrazioni. Si era abituati a vivere in una societa’ che aveva alle spalle i valori della resistenza, ideali molto forti civili e del vivere insieme. Per questo vedere configurarsi una sorta di Stato ombra eversivo era qualcosa a cui non si era abituati”.

Ora pero’ “senza sollevare nessuno da responsabilita’, abbiamo iniziato un cammino di consapevolezza che cercheremo di fare corale e sul quale stiamo ancora camminando”, conclude il presidente (Fonte Dire).