Tiziano Renzi in procura, in corso l’interrogatorio

3 marzo 2017 | 19:32
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Tiziano Renzi in procura, in corso l’interrogatorio

Il padre dell’ex premier dovrà rispondere alle domande sul suo, presunto, ruolo dietro il giro di pressioni esercitato presso la Consip per favorire l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Carlo Russo, ascoltato a Firenze, si è avvalso della facoltà di non rispondere

REGGIO EMILIA – A Piazzale Clodio l’interrogatorio di Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio, indagato dalla procura per traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta Consip. L’indagato viene sentito con l’assistenza dell’avvocato Federico Bagattini dal procuratore aggiunto Paolo Ielo.

Dovrà rispondere alle domande del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi sul suo, presunto, ruolo dietro il giro di pressioni esercitato presso la centrale acquisti della pubblica amministrazione per favorire l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. L’imprenditore è stato arrestato per corruzione nell’inchiesta romana sugli appalti Consip.

E si è concluso, intanto, l’interrogatorio di Carlo Russo, l’imprenditore amico di Tiziano Renzi, indagato nell’inchiesta Consip. Russo è uscito dalla sede del comando provinciale dei carabinieri di Firenze dove è stato ascoltato dai pm di Roma e di Napoli Mario Palazzi ed Henry John Woodcock, accompagnato dal suo legale. Russo si è quindi allontanato a bordo di un taxi. A giornalisti e cameramen che gli chiedevano una dichiarazione si è limitato a rispondere “Buona sera e buon lavoro”.

L’imprenditore Carlo Russo non ha risposto ai pm Palazzi e Woodcock nella caserma dei carabinieri di Firenze dove si è svolto l’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta Consip. Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere su indicazione dei suoi difensori, avvocati Gabriele e Marco Zanobini. “Intendiamo – spiegano i legali – far rispondere il nostro assistito quando saremo su un piano di parità ossia quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione”.

Renzi viene interrogato in qualità di indagato per traffico di influenze illecite. Si tratta di un reato che punisce forme di remunerazione di illecite attività di mediazione. Nel caso di Tiziano Renzi (così come per il suo amico imprenditore Carlo Russo) l’ipotesi di accusa fa riferimento alla promessa di somme di danaro – una sorta di stipendio mensile, di cui secondo l’accusa vi sarebbe traccia in un ‘pizzino’ recuperato dai carabinieri in discarica – che Romeo avrebbe assicurato in cambio del sostegno, attraverso lo sfruttamento delle relazioni tra il padre del’ex premier e l’ad di Consip, per l’assegnazione di appalti.

Ipotesi che Renzi senior respinge con determinazione: “Non ho mai chiesto soldi – ha dichiarato – non li ho mai presi. Mai. E credo che i magistrati abbiano tutti gli strumenti per verificarlo. Non vedo l’ora che venga fuori la verità: voglio essere interrogato, voglio che verifichino tutto di me, non ho nulla da nascondere. Nulla. Mi sembra di vivere un incubo”.

Ma a pesare sulla posizione dell’indagato ci sono non solo alcune intercettazioni, ma anche le dichiarazioni di Marroni che, interrogato dai pm napoletani, come riportato dall’ Espresso, avrebbe sostanzialmente parlato di pressioni ricevute da Carlo Russo per intervenire sui commissari di gara per conto del “babbo di Matteo” e del parlamentare di Ala Denis Verdini.

“Carlo Russo – ha messo a verbale Marroni – mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo e del parlamentare di Ala. Mi dissero che loro erano ‘arbitri’ del mio destino professionale”.

La gara in questione era quella dell’appalto Fm4 (facility management) da 2,7 miliardi bandito da Consip e Romeo puntava all’assegnazione di uno dei lotti più prestigiosi, quello della manutenzione del palazzi istituzionali. Marroni è stato sentito come persona informata sui fatti e, secondo il settimanale, nel corso dell’interrogatorio l’Ad “racconta di un vero e proprio ‘ricatto’ subito” da Russo. “Riferisce di pressanti ‘richieste di intervento’ sulle Commissioni di gara per favorire una specifica società; di ‘incontri’ riservati con il papà di Renzi a Firenze; e di ‘aspettative ben precise’ da parte di ‘Denis Verdini e Tiziano Renzi'” sull’assegnazione di gare Consip per centinaia di centinaia di milioni”.

Il settimanale scrive ancora che Marroni ha rivelato come a marzo del 2016 il padre del premier “in persona” gli chiese “un incontro riservato, effettivamente avvenuto – a suo dire – in piazza Santo Spirito a Firenze” per “accontentare” le richieste di Russo.

Tra gli altri argomenti che gli inquirenti potrebbero approfondire con Tiziano Renzi, anche quanto riferito dal commercialista napoletano Alfredo Mazzei, esponente del Pd locale ed amico di Romeo, che ha parlato di un incontro riservato tra Renzi, lo stesso Romeo e Russo in una sorta di “bettola”, una trattoria senza pretese. Anche questa circostanza ha provocato la reazione di Tiziano Renzi: “Non ho mai fatto cene segrete in bettole in vita mia, come scrive qualcuno. Conosco effettivamente Carlo Russo, del cui figlio sono padrino di battesimo, ma leggo cose sui giornali di cui non so assolutamente nulla”.

Intanto il gip Gaspare Sturzo ha fissato per lunedì 6 marzo l’interrogatorio di garanzia di Romeo, da ieri nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di corruzione. “Al momento non abbiamo ancora deciso se Romeo si avvarrà o meno della facoltà di non rispondere – spiegano i suoi difensori – ci rincontreremo e decideremo che strategia difensiva adottare in questa fase. Comunque è combattivo, lucido e studia le carte”.