Rifiuti, indifferenziati a Parma: i costi crescono del 3,8%

17 marzo 2017 | 17:18
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Rifiuti, indifferenziati a Parma: i costi crescono del 3,8%

Inizialmente doveva essere un +8%. L’Atersir locale: “Lavoriamo per ridurli con i dividendi Iren”

REGGIO EMILIA – Il Consiglio locale di Atersir, cioe’ l’assemblea dei sindaci reggiani che si occupa di servizio idrico e rifiuti, lavorera’ perche’ l’aumento previsto per il 2017 sulla tariffa dei rifiuti – previsto inizialmente dell’8% e poi sceso al 3,8% – sia ulteriormente ridotto. E’ l’impegno preso durante la riunione di oggi in cui e’ stato approvato il Piano economico-finanziario del servizio rifiuti provinciale. Sul 90% delle quote presenti (36 comuni), il documento e’ stato approvato con l’81% delle quote e 28 voti favorevoli.

Otto comuni dell’Appennino (9% delle quote) si sono astenuti ritenendo che i costi non siano distribuiti equamente tra montagna ed resto del territorio. L’atto prevede in particolare il definitivo adeguamento dei costi alle disposizioni del piano regionale di gestione rifiuti, che impone il conferimento dei rifiuti urbani indifferenziati di Reggio all’inceneritore di Parma. Tuttavia, poiche’ l’impianto ducale ha costi di smaltimento decisamente superiori a quelli che il territorio reggiano doveva sostenere con le discariche, nelle simulazioni fatte ad inizio anno, si prevedeva un aumento dei costi pari a circa l’8%.

E questo considerando inoltre che la Regione negli ultimi due anni aveva garantito contributi straordinari che avevano abbattuto al minimo ogni incremento. Un gruppo di lavoro interno pero’, esaminando gli effetti positivi sulla quantita’ di rifiuti a smaltimento prevista con l’estensione del porta a porta che e’ in corso nel Comune di Reggio Emilia, ha poi ridimensionato questo incremento di costi ad un piu’ modesto 3,8%. Anche questa cifra, tuttavia, non si trasferisce cosi’ com’e’ sulla tari (tassa rifiuti) perche’ ogni Comune ha ulteriori variabili in grado di incrementare o ridurre tale percentuale.

Il Consiglio locale di Atersir ha quindi unanimemente espresso la volonta’ di lavorare sulle variabili locali per ridimensionare ulteriormente il 3.8%, impegnandosi a verificare la possibilita’ di utilizzare in tal direzione i maggiori dividendi che Iren riconoscera’ ai Comuni. “Grazie alla riduzione del rifiuto indifferenziato derivata dal nostro porta a porta il sistema reggiano avra’ un piano economico con un aumento di costi piu’ contenuto”, dichiara il coordinatore Atersir di Reggio Emilia Mirko Tutino. “Inoltre, in questi giorni lavoreremo perche’ l’impatto finale sulla Tari sia ridotto al minimo”.

Continua Tutino: “Utilizzare l’inceneritore di Parma, impianto nato con un investimento rilevante, costa molto di piu’ di quanto non costassero le discariche ed abbiamo gestito questo ‘scalino’ al meglio, mantenendo comunque il sistema reggiano al livello di costi piu’ basso in regione”. Del resto, spiega ancora l’assessore all’Ambiente del Comune capoluogo, “non fare il porta a porta avrebbe mantenuto a livelli piu’ elevati il residuo a smaltimento con un aumento di costi superiore all’8% su base provinciale”. Ma “la solidarieta’ territoriale fara’ si’ che il beneficio non sia solo del Comune capoluogo, ma di tutti, dato che in ogni Comune si sta contribuendo ad un risultato complessivo positivo in termini ambientali”, conclude Tutino.

“Sentiamo la necessita’ di proseguire il confronto con la Regione al fine di definire l’identita’ e il ruolo di Reggio Emilia nell’ambito del Piano regionale dei rifiuti recentemente approvato- aggiunge il presidente della Provincia Giammaria Manghi- senza trascurare il tema legato all’utilizzo degli impianti esistenti nelle tre province di Piacenza, Parma e Reggio. L’obiettivo e’ quello di provare ad elevare conseguentemente le ricadute positive sulla gestione dei costi generali”.