PD al bivio, Orfini: “Congresso subito, ma con fase programmatica”

18 febbraio 2017 | 18:54
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PD al bivio, Orfini: “Congresso subito, ma con fase programmatica”

Emiliano: “Convinto Renzi, in voto si terrà nel 2018. Scissione evitabile, ma non abbiamo paura”. Bersani: “Sui tempi aspetto le parole segretario”. Rossi: “Evitare un congresso-conta”. D’Alema non parteciperà all’assemblea di domenica del Pd

REGGIO EMILIA – Nuova carta per tentare di evitare la rottura all’assemblea di domani del Pd. Il presidente del partito, Matteo Orfini, lancia la proposta di avviare il congresso ma con una ampia fase programmatica.

La proposta di Orfini
“Dedicare la prima parte del congresso – da quando viene indetto a quando si presentano le candidature – a una profonda discussione programmatica in ogni federazione. Il tempo c’è, la volontà politica anche, mi impegno personalmente a garantirlo. Se lo vogliamo, possiamo andare avanti insieme. Basta sgombrare dal campo le richieste fatte solo per farsi dire di no”.

E’ la proposta alla minoranza del presidente Pd Matteo Orfini, che però definisce “indispensabile per il Pd” il congresso prima delle amministrative. “Che c’entra il congresso con il governo? Nulla. Il governo Gentiloni è il nostro governo. Lo sosteniamo e continueremo fino a quando” Mattarella “considererà conclusa la legislatura. Si minaccia la scissione nel nome del governo. E’ tesi incomprensibile”. “È vero l’esatto contrario: la scissione restringerebbe il consenso parlamentare al governo e lo metterebbe a rischio”. Un congresso “che preservasse l’unità del Pd, invece, stabilizzerebbe il quadro politico e di conseguenza anche il governo”.

La manifestazione della minoranza Pd
Intanto a Roma è andata in scena la manifestazione della minoranza Pd contro la quale si è scagliato via Twitter il n.2 del partito Lorenzo Guerini: “Questa mattina toni e parole che nulla hanno a che fare con una comunità che si confronta e discute. Gli ultimatum non sono ricevibili”.

Emiliano: ho convinto Renzi a votare nel 2018
Michele Emiliano dal palco della manifestazione della sinistra a Roma, che in un post su Facebook dice di aver convinto Renzi a votare nel 2018, chiede di non costringere con argomenti capziosi questa comunità (la minoranza, ndr) ad uscire dal Pd. “Noi speriamo di non dover dire cose drammatiche nelle prossime ore ma se dovesse essere necessario non avremo paura. Non costruiremo un soggetto avversario del Pd ma non aspetteremo altro che ricostruire questa comunità. Tutto questo, però, è evitabile, lo voglio dire ancora”.

Bersani: “Questa cosa la deve dire Renzi”
Ribatte Bersani: “Questa cosa non l’ho mai sentita: dovrà dirla Renzi, non Emiliano. E’ il nostro governo, non possiamo lasciargli la spada di Damocle sopra. Intanto, nel Pd, tre candidati della minoranza Dem, stanno dicendo che non si può fare un congresso così, perché se si forzano le regole non può candidarsi nessuno”.

Dal palco, il governatore toscano e candidato alla segreteria Enrico Rossi ha chiarito che “se si pensa di fare un congresso in poche settimane, una una conta per riconsegnare la guida del partito al segretario noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire la sinistra o che finisca per non contare nulla la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuole capire”.

Nel suo intervento, Roberto Speranza ha raccontato di aver avuto un colloquio con Matteo Renzi: ‘Mi ha cercato e ho parlato con lui, come giusto sia perché è il segretario. Gli ho chiesto se la vediamo solo noi la scissione che c’è già stata in parte del nostro mondo?. Se non c’è una presa di consapevolezza sarà normale un nuovo inizio. Se il congresso non è il tentativo di rimettere insieme un mondo ma è solo rivincita o plebiscito a me non interessa entrare”.

E mentre Massimo D’Alema annuncia che domani non parteciperà all’assemblea del Pd”, da Dario Franceschini arriva un appello per evitare la scissione: “I margini di trattativa ci sono sempre, dipende dalla volontà delle persone e sopratutto dobbiamo sapere che il Pd non è proprietà di alcuni capi che litigano tra di loro”.

“Il Pd – ha aggiunto Franceschini – è proprietà di alcuni milioni di persone che ci hanno creduto, che ci credono e che non vogliono questa divisione”.

E in attesa dell’assemblea PD di domani, il presidente della Puglia Michele Emiliano propone la sua ‘ricetta’: ‘Adesso che abbiamo convinto Renzi a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme”.