Mafie, Pagliani: “Infiltrazioni colpa Dem, si scusino loro”

4 febbraio 2017 | 16:02
Share0
Mafie, Pagliani: “Infiltrazioni colpa Dem, si scusino loro”

Ira forzista sul Pd: “Politicanti faziosi, rispettate le sentenze”

REGGIO EMILIA – In quanto “vittima di un’ingiustizia che, per dimensione e vigliaccheria, ha assunto una portata nazionale”, si aspettava “scuse da tutti i rappresentanti politici della sinistra locale”. E invece viene tempestato di richieste di dimissioni. Fatto sta che Giuseppe Pagliani, capogruppo Forza Italia al Comune di Reggio Emilia, respinge il pressing del Pd e va al contrattacco. Invece di accanirsi su di lui, uscito innocente dal processo Aemilia, il Pd, e’ la sfida di Pagliani, dovrebbe “chiarire”, perche’ “per decenni avete concesso licenze edilizie ad aziende in odore di mafia”.

Questo, dice Pagliani, “dovrebbe chiarire il processo Aemilia, fare luce sul rapporto esistente tra i consensi che per anni la sinistra ha raccolto nel mondo calabrese e cutrese nello specifico”. Il Pd, con il segretario reggiano Andrea Costa, e’ tornato alla carica dopo le intercettazioni riguardanti Pagliani ascoltate al processo Aemilia, in merito a presunte operazioni per screditare gli allora presidenti di Provincia e Cciaa, Sonia Masini e Enrico Bini. Pagliani e’ stato assolto con formula piena dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa nel rito abbreviato, ma il Pd non fa sconti.

E Pagliani risponde per le rime: “Va urlato a Costa che deve stare nelle Istituzioni chi non ha mai costruito un dossier in vita propria, chi le cure dagli avversari politici le ha solo ricevute”, come attesta la denuncia di Sonia Masini, allora presidente della Provincia, contro di lui per l”affare Global service. “Deve rimanere nelle istituzioni invece chi fa il ministro ed e’ andato in pellegrinaggio elettorale a Cutro? Chi – rincara l’azzurro – come il sindaco Vecchi e la moglie Maria Sergio hanno dimenticato di comunicare che chi gli ha costruito casa e’ stato coinvolto nell’indagine Aemilia?”.

Il coordinatore regionale Palmizio: “Linciaggio politico”
“E’ vergognoso che a Reggio Emilia si tenti di eliminare con un linciaggio politico senza precedenti un oppositore che ha visto cadere uno ad uno tutti gli addebiti a suo carico ottenendo assoluzioni con formula piena in tutti i procedimenti giudiziari”. A stroncare cosi’ l’affondo del segretario del Pd Andrea Costa contro il capogruppo forzista in Comune a Reggio, Giuseppe Pagliani, e’ il coordinatore regionale degli azzurri e deputato, Massimo Palmizio. Il tentativo del segretario provinciale del Pd “di emarginare Pagliani sollevando contro di lui la questione morale ha dell’incredibile e dello spudorato”, dice Palmizio che ne ha anche per il grillini “che si comportano da giustizialisti con tutti tranne che con se stessi”.

Il Pd e’ tornato alla carica su Pagliani dopo le intercettazioni riguardanti l’esponente di Forza Italia ascoltate nell’udienza del processo Aemilia in merito a presunte operazioni per screditare gli allora presidenti di Provincia e Camera di commercio, Sonia Masini e Enrico Bini. Ma, dice Palmizio, e’ Masini “che deve scusarsi con Pagliani per averlo ingiustamente accusato tanto da vedersi respinta la querela dal gup nel maggio scorso”. In generale, obietta Palmizio, quel che sta accadendo a Reggio prova una volta di piu’ come si vogliano trasformare “i processi delle aule dei Tribunali in gogne politico mediatiche. E’ tipico della mentalita’ di una certa sinistra che non ha mai smesso l’abito stalinista e desidera l’annientamento dell’avversario politico”. E quello che “e’ andato in scena giovedi” al processo Aemilia e nei giorni seguenti, grazie alle speculazioni politiche di M5s e Pd, ha del vergognoso”.

Ad ogni modo, Palmizio assicura l’appoggio di Forza Italia alle Forze dell’ordine e alla magistratura per il quotidiano lavoro nella lotta alle mafie, e assicura che Fi “non smettera’ mai di denunciare con forza l’uso politico della giustizia da parte di alcuni esponenti della stessa magistratura”.

Il senatore Gasparri: “Gravi e arbitrari attacchi a Pagliani”
Parla di “gravi e arbitrari attacchi a Pagliani”, anche il senatore forzista Maurizio Gasparri chiedendo invece di “indagare sulle responsabilita’ della sinistra che ha amministrato territorio”. I “velenosi e infondati” a Pagliani provano, dice Gasparri che sulle infiltrazioni a Reggio Emilia “continua una politica sbilanciata. Non si approfondiscono ruoli e responsabilita’ della sinistra che hanno amministrato i territori ma ci accanisce contro chi, dall’opposizione, fa soltanto battaglie di giustizia, di trasparenza e di liberta’”.

Che si rinnovino “teoremi e ricostruzioni arbitrarie e infondate e’ veramente grave. Non staremo inerti e in silenzio di fronte a campagne di mistificazione che vogliamo denunciare pubblicamente. È ora di finirla e di mandare a processo quelli che hanno fatto gemellaggi e non solo con ambienti ambigui e pericolosi”, dichiara Gasparri.

Nicolini: “Costa pensi a Brescello sciolto per mafia”
Il coordinatore provinciale di Forza Italia Nicolini scrive: “La questione morale è una costante della sinistra italiana. Quando non si riesce ad eliminare un avversario per via politica e neanche per via giudiziaria non resta che porre la “questione morale” consci che la sinistra ha un’ontologica superiorità etica che nessuno può offuscare. Ma la verità sta da un’altra parte. Questa l’ha definita il tribunale del Riesame di Bologna con sentenza passata in giudicato e mai appellata e la sentenza di primo grado la quale stabilisce che Pagliani non ha commesso alcun reato e che il fatto non sussiste”.

Continua Nicolini: “Ad oggi i fatti stanno così: o si accetta quanto stabilito dai giudici in due distinti procedimenti giudiziari oppure nel borioso desiderio di distruggere l’avversario si finisce per infangare il lavoro dei tribunali italiani con buona pace delle rivendicazioni di essere “uomini” delle istituzioni. Per questo come movimento politico non possiamo che rispedire al mittente le inqualificabili accuse mosse dai Grillini e dal segretario provinciale Pd Costa. Se ai primi basta richiamarli a guardarsi in casa e ai disastri della Capitale, al secondo è d’uopo spendere qualche riga in più”.

Chiede Nicolini: “Perché Costa non chiede ai suoi amministratori locali, di oggi e del recente passato, di fornire l’elenco di tutte le varianti in incremento, i permessi di costruire, gli appalti pubblici, le perequazioni urbane da loro concesse, durante il grande sacco urbanistico provinciale degli anni 2000-10, alle ditte o ai soggetti oggi sotto inchiesta nel processo Aemilia? Perché non spiega quali erano i rapporti in essere tra le medesime ditte e il sistema delle cooperative rosse che a Reggio Emilia fa capo “politico e culturale” al principale erede del PCI che è il Pd?”.

E conclude: “Costa ha per caso dimenticato che un comune confinante con il suo (Brescello) ed amministrato dal Pd tramite una lista civica è stato sciolto per mafia? Voglio concludere con un personale attestato di stima verso il sindaco Enrico Bini; benché non lo conosca personalmente, ho potuto apprezzare in questi anni il suo impegno a favore della legalità nella nostra provincia, tanto da scontrarsi anche con il suo stesso partito”.