Vecchi: “Mai come ora serve un faro delle istituzioni”

7 gennaio 2017 | 17:12
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Vecchi: “Mai come ora serve un faro delle istituzioni”

Il sindaco di Reggio: “Di fronte alle insidie dell’oggi sono un riferimento di convivenza civile”

REGGIO EMILIA – “Mai come in questa fase, di fronte alle tante insidie del nostro tempo, occorre richiamare la consapevolezza del significato profondo delle istituzioni, custodi di una comunita’ e punto di riferimento quotidiano in tanti ambiti della nostra vita comune, nel garantire ogni giorno convivenza civile nella pace e nella legalita’ della vita democratica e repubblicana”.

E’ un passaggio del discorso con cui il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, e’ intervenuto oggi al teatro Valli durante le celebrazioni del 220esimo anniversario del Tricolore a cui ha partecipato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nell’impegno “dei patrioti del 1797 cosi’ come nel lavoro dei costituenti del ’48 vi era uno spirito comune, una tensione politica e civile – sottolinea Vecchi – verso la creazione di un assetto capace di ospitare e difendere le ragioni di una convivenza civile e pacifica tra le donne e gli uomini del nostro Paese. Vi era in quell’impegno un lavoro prezioso di costruzione istituzionale”.

Le istituzioni “come faro”, dunque, comprendendo in questa definizione quelle “democraticamente elette – continua il sindaco – ma pure le articolazioni territoriali dello Stato, le forze di polizia, la magistratura, ma potremmo spingerci fino alle istituzioni educative o alle grandi organizzazioni impegnate ogni giorno su progetti di alta rilevanza sociale e sanitaria”. Istituzioni che trovano forza “quando sanno incarnare valori e virtu’, quando l’esempio di chi ogni giorno le rappresenta sa essere all’altezza di un tale impegno”, aggiunge Vecchi, ringraziando Mattarella “per essere interprete ogni giorno al piu’ alto livello e con la massima autorevolezza del senso e dell’importanza dell’assetto istituzionale e democratico del nostro Paese”.

Di fronte alle “insidie culturali e politiche” dei primi anni del nuovo millennio, prosegue Vecchi, “abbiamo forse bisogno di ritrovare un fondamento morale e intellettuale alla nostra societa’, una rinnovata ambizione culturale che sia capace di guardare a fondo alle debolezze del nostro tempo”. Un’ambizione che “provi magari a riscoprire e a rigenerare nello spirito illuministico, che tanto ha influenzato il nostro modo di essere, di pensare e di agire – continua il primo cittadino di Reggio – quell’aspirazione che serve alla democrazia, che talvolta come e’ stato detto sembra non bastare piu’ a se stessa ma che non puo’ essere lasciata sola di fronte all’emergere di irrazionalismo identitario e fondamentalista, di fronte al crescere di fenomeni neonazionalisti e populisti, davanti al rischio che si consumi una rottura insanabile tra comunita’ e istituzioni”.

L’Italia ha ancora “un grande serbatoio di energie civili, che sta proprio nella dimensione delle proprie comunita’ – sottolinea Vecchi – dove il protagonismo civico dei cittadini, i legami di solidarieta’, la partecipazione a progetti collettivi, il rapporto quotidiano con tutte le istituzioni tiene viva un’idea di collettivita’, vissuta come legame ad un sistema di valori, ad un senso di appartenenza, a una memoria condivisa generativa di sentimenti comuni di fiducia verso il futuro”.

Del resto “non e’ la prima volta, nella travagliata vicenda storica del nostro Paese – ricorda il sindaco – che dai territori arriva quella spinta che genera collante per una intera comunita’ nazionale”.