Moretti e Fedeli, specchio di un Paese senza speranza

19 dicembre 2016 | 11:00
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Moretti e Fedeli, specchio di un Paese senza speranza

In un Paese normale il ministro e il consigliere regionale verrebbero mandate a casa da chi le ha messe lì, altrimenti passa l’idea che quello che non è permesso a un normale cittadino, è possibile per un politico

REGGIO EMILIA – La ministra all’Istruzione Valeria Fedeli che mente sulla sua laurea e rimane al suo posto quando questo titolo è necessario per un insegnante e per qualsiasi persona con posti di responsabilità nel suo ministero (persone, fra l’altro, che, se mentissero sul titolo di studio, potrebbero essere licenziate). Tuttavia resta ministro e chi l’ha messa lì, ovvero il premier Gentiloni, non la costringe alle dimissioni.

Una capogruppo del Pd in Regione Veneto, Alessandra Moretti, che mente dicendo che è in malattia, e, mentre si discute la legge di bilancio in Regione, se ne va India al matrimonio di un suo amico. Cosa che, se la facesse un dirigente d’azienda o della Regione in cui lei è capogruppo, rischierebbe il licenziamento. E tuttavia la Moretti si dimette solo da capogruppo con il suo partito che non le chiede un passo indietro anche da consigliere.

Siamo un paese allo sfascio e senza speranza. Perché in una nazione normale la Moretti e la ministra Fedeli verrebbero mandate a casa il giorno dopo da chi le ha messe lì, ovvero il loro partito e il presidente del Consiglio che le ha nominate. Se no passa l’idea che quello che non è permesso a un normale cittadino, è possibile per un politico. Ed è quello che succede, purtroppo, in Italia.