Chiodi al Mirabello, quando l’incapacità incrocia l’imbecillità

6 novembre 2016 | 16:43
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Chiodi al Mirabello, quando l’incapacità incrocia l’imbecillità

I tifosi della Reggiana devono prendere le distanze da quello che è accaduto, ma i vertici della Fondazione dello Sport devono inaugurare un nuovo corso

REGGIO EMILIA – Qualche imbecille ha pensato bene, oggi allo stadio Mirabello, di mettere silicone alle porte e gettare chiodi in campo prima della partita fra Sassuolo femminile (ex Reggiana calcio) e Vittorio Veneto. Questo è un gesto non grave (per fortuna, o purtroppo, le vicende gravi sono ben altre, ndr), ma da imbecilli. La polizia indagherà e stabilirà chi lo ha commesso.

Al di là di quello che è accaduto, però, siccome è necessario occuparsi anche dei deficienti visto che è giusto che il grado di civiltà di un Paese si misuri anche dalle piccole cose, occorre fare alcune considerazioni. Innanzitutto bisogna che i tifosi della Reggiana, che oggi manifestavano di fronte allo stadio Mirabello, condannino quello che è successo. Altrimenti tocca pensare che, in qualche modo, siano conniventi o giustifichino un gesto del genere.

Poi bisogna dire che la Fondazione dello Sport non si è mossa nel migliore dei modi in questi ultimi mesi relativamente alla vicenda del Mirabello. Se in quello stadio non si può giocare a rugby e a football americano, se non possono esserci scuole calcio e non si possono fare spettacoli (e noi non siamo d’accordo su questo,ndr), è chiaro che, a questo punto, l’unica possibilità è quella di ospitare  il calcio femminile di serie B.

Ma la Reggiana calcio femminile è entrata nell’orbita dell’US Sassuolo che per un anno la sponsorizzerà (la società poteva anche lasciare il nome Reggiana, peraltro, che invece è rimasto solo sulla manica della maglia, ndr). Il presupposto del bando, che garantiva un vantaggio (peraltro discutibile) a una società di calcio femminile cittadina, viene però a mancare nel momento in cui questa è legata indirettamente a una multinazionale (il Sassuolo è sponsorizzato dalla Mapei di Squinzi, ndr). Diventa infatti paradossale che il Sassuolo femminile possa usare l’impianto gratis, mentre le società dilettantistiche reggiane pagano l’affitto per l’uso degli impianti comunali.

Quindi, al di là dell’idiozia di chi ha messo i chiodi in campo e in attesa della presa di distanza degli ultras della Reggiana che peraltro oggi hanno continuato a manifestare davanti allo stadio nonostante l’accaduto, è necessario che i nuovi vertici della Fondazione dello Sport, che saranno presto nominati, mettano mano a questa vicenda incresciosa e che permettano anche ad altre realtà cittadine di usufruire dell’impianto.