“La buona scuola si avvia tra ritardi, ricorsi e cattedre vuote”

17 settembre 2016 | 11:17
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“La buona scuola si avvia tra ritardi, ricorsi e cattedre vuote”

Elvira Meglioli, segretario scuola Cgil: “L’inizio d quest’anno scolastico si presenta più incerto e caotico di sempre”

REGGIO EMILIA – “L’inizio di quest’anno scolastico si presenta più incerto e caotico di sempre. La tanto  promessa “buona scuola” attuata dal governo Renzi  alla prova dei fatti non funziona, conferma che la Legge 107 è sbagliata e dannosa,  dev’essere radicalmente modificata. Persino il “piano straordinario della mobilità” è risultato disastroso, tanto che si è concluso tra  conciliazioni e ricorsi, causando forti ritardi nelle operazioni necessarie al regolare avvio delle lezioni,  situazione di cui risente ovviamente anche la nostra realtà locale e ne abbiamo quotidianamente conferma dalla quantità e qualità di problematiche che arrivano alla nostra organizzazione sindacale.

Il 15 settembre i nostri studenti sono tornati a scuola dopo le vacanze, ma  nella maggior parte dei casi hanno cominciato ad orario ridotto (con disagi organizzativi per le famiglie), perché ci sono ancora molte cattedre vuote, manca il personale, soprattutto nelle scuole medie e superiori, per poter partire a tempo pieno. Molti studenti  non hanno trovato (o ritrovato) i loro insegnanti,  oppure ne hanno trovato qualcuno che tra una settimana non ci sarà più.

Vi sono, infatti, docenti che hanno preso servizio in una scuola del territorio,  ma sono in attesa di assegnazione provvisoria in altra provincia, anche a migliaia di chilometri di distanza;  docenti che non sono stati assunti dalle graduatorie del concorso perché in molti casi le graduatorie di merito non ci sono ancora, causa il ritardo clamoroso nella emanazione del bando da parte del Ministero; docenti precari, abilitati,  tra i tanti bocciati nel recente concorso, che verranno chiamati a  coprire i posti disponibili, soprattutto nelle materie tecnico-scientifiche. Paradossi della “buona scuola”.

Tra le cattedre vuote spiccano, per numero e delicatezza della funzione, quelle sul sostegno, penalizzando proprio quei casi che meriterebbero maggiore attenzione. Nella scuola secondaria in particolare la nomina dei supplenti da parte delle scuole richiederà un po’ di tempo, essendo la procedura complessa, a maggior ragione  non è accettabile il colpevole ritardo  del Ministero, né è scusabile l’indifferenza del governo a fronte di una evidente negazione di diritti.

La “supplentite” permane dunque, anzi, è amplificata.  Posti vuoti restano anche per le figure apicali della scuola, Dirigenti Scolastici e  Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, due funzioni sicuramente strategiche che tuttavia, nonostante i proclami,  non vengono evidentemente considerate tali, dal momento che si continua a lasciarne sprovvisti  tanti istituti. Basti pensare che  solo in provincia di Reggio Emilia ci sono 16 istituti  affidati a un  “reggente”….decisamente troppi per poter credere che si voglia davvero una buona scuola.

D’altronde i fatti evidenziano impietosi tutte le falle e le criticità di questa riforma: anche la tanto vantata “chiamata diretta”, che ha ha richiesto un grande sforzo dalle scuole nei mesi estivi, con organico ridotto, ha avuto  ben magri risultati; infatti  le risorse disponibili in un ambito territoriale non necessariamente rispondono alle esigenze delle scuole, cosicchè molti istituti finiscono per utilizzare l’ organico potenziato principalmente per le supplenze brevi.

Ma non è finita, siamo solo all’attuazione di alcuni aspetti della riforma, non dimentichiamo che contiene alcune deleghe in bianco al governo su temi  che invece  dovrebbero coinvolgere tutte le componenti della scuola e anche i cittadini: sul riordino del segmento educativo 0-6 anni, ad esempio, sulla revisione del profilo del docente di sostegno ed altro ancora. Invito dunque il personale della scuola, i genitori, gli studenti, e la comunità locale a mantenere viva l’attenzione su questi argomenti  e a non lasciare che vengano smantellati altri pezzi del sistema d’istruzione pubblico.