Le problematiche delle dimissioni on line

24 agosto 2016 | 12:56
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Le problematiche delle dimissioni on line

La nuova procedura esclusivamente telematica sta riscontrando non poche difficoltà di attuazione

REGGIO EMILIA – Per ridurre il fenomeno delle dimissioni in bianco (dimissioni firmate dal lavoratore già al momento dell’assunzione), dal 12 marzo è entrata in vigore la nuova procedura esclusivamente telematica di dimissioni. A distanza di 5 mesi però la procedura ha riscontrato non poche difficoltà di attuazione, tanto che il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro ha proposto alcune modifiche. Andiamo per ordine. Quali le difficoltà incontrate dalla procedura telematica?

Poca dimestichezza con il pc. Tempi lunghi per ottenere il Pin dall’Inps. Dubbi sulla data da indicare nel modulo. Ma anche difficoltà a trovare assistenza, o errori nell’inserire l’e-mail o la Pec del datore di lavoro, fino a riscontrare problemi con la pagina del portale. Stessa sorte è capitata ai lavoratori che hanno deciso di affidarsi ai cosiddetti enti certificati. E così alcuni lavoratori scelgono semplicemente di non presentarsi più al lavoro. Quali le conseguenze per il datore di lavoro se il dipendente si dimette senza la procedura online e abbandona il posto di lavoro?

Il datore dovrà contestare l’assenza ingiustificata e procedere al licenziamento. Sarà quindi costretto a pagare il cosiddetto ticket di licenziamento introdotto dalla riforma Fornero: l’aggravio economico è pari a circa 490 euro (rivalutato annualmente) per ogni anno di lavoro effettuato, fino ad un massimo di 3 anni. E per il lavoratore? Il lavoratore invece usufruirà di una Naspi a cui non avrebbe diritto per via della scelta volontaria di dimettersi. In questo modo tutta la procedura rischia di creare una distorsione della volontà del lavoratore e del datore di lavoro.

Cosa propongono i Consulenti del lavoro? Di reintrodurre la possibilità di procedere, in alternativa alle dimissioni e risoluzione consensuale del contratto di lavoro con modalità telematica, alla convalida presso la Dtl competente, come già previsto dalla Legge Fornero, al fine di ridurre gli oneri a carico dell’azienda derivanti da tale allontanamento. La proposta dei Consulenti del lavoro risponde a una chiara necessità di modifica di una procedura che ha riscontrato troppe difficoltà di recepimento.

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