Il M5S: “Caro Renzi, ecco perché bisogna votare no al referendum”

9 agosto 2016 | 17:10
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Il M5S: “Caro Renzi, ecco perché bisogna votare no al referendum”

La deputata Spadoni: “Tutti dobbiamo essere coscienti di quello che il governo Renzi vuole fare: un accentramento di potere mai visto che mette in serio pericolo la democrazia stessa del nostro Paese”

REGGIO EMILIA – “L’arrivo di Renzi a Villalunga? Sinceramente non mi interessa. La cosa fondamentale è che i cittadini siano realmente informati e in tal senso è determinante il contributo dei giornali.  Tutti dobbiamo essere coscienti di quello che il governo Renzi vuole fare: un accentramento di potere mai visto che mette in serio pericolo la democrazia stessa del nostro Paese. La Costituzione non è una legge qualsiasi e non può essere modificata a piacimento dal governo. Noi del M5S ci batteremo fino all’ultimo per fare in modo che questa riforma non passi.

Renzi da un lato afferma che la revisione della Carta taglia i costi della politica mentre dall’altro si intasca i 500 mila euro di rimborsi, denaro pubblico, che sono destinati per legge al loro comitato del sì che ha raccolto le firme per l’indizione del referendum popolare. La cosa più grave è che non c’era neanche bisogno di raccoglierle in quanto il referendum si sarebbe svolto lo stesso dato che, come prevede la Costituzione all’articolo 138, un quinto dei deputati ne aveva già fatto richiesta.

Il comitato del ‘bastaunsì’  è riuscito a mentire sui risparmi della riforma, ignorando o non conoscendo la stessa nota della Ragioneria dello Stato, ente governativo, che il 28 ottobre 2014 parlava di 57,7 milioni di effettivi risparmi, a dispetto dei loro 500 milioni, cifra letteralmente sparata a caso. Ora che la Corte di Cassazione si è pronunciata Renzi deve smetterla di prendere in giro i cittadini italiani e deve indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare per il referendum costituzionale. Ogni altro vergognoso tentativo di rimandare il voto rappresenterebbe una grave violazione delle regole democratiche e una mancanza di rispetto nei confronti di tutti i cittadini italiani.

Ma ora veniamo ai motivi per cui bisogna votare NO:

1) Il Senato resta, non viene abolito: la struttura del Senato resta in piedi così com’è. Con i propri uffici, personale, costi di gestione e di manutenzione. Tutti gli attuali costi resteranno ancora a carico di tutti noi cittadini italiani. Non ci sarà alcun risparmio dei costi della politica. Così come non sono state abolite le Province, allo stesso modo non verrà abolito il Senato. 2) Ancora diaria per i nuovi senatori: i futuri senatori che verranno a Roma due o tre giorni alla settimana per il “dopolavoro” al Senato verranno pagati per trasferte, alloggi e percepiranno la loro beata diaria. Senza dimenticare il loro stipendio da sindaco o da consigliere regionale. 3) Nessun diritto di voto per gli elettori e niente preferenze: i nuovi senatori non verranno più eletti direttamente dai cittadini ma saranno nominati dai consigli regionali e, dunque, direttamente dai partiti politici. Politici che eleggono altri politici, insomma. Viene tolto così il diritto di voto e di preferenza ai cittadini in totale violazione al principio costituzionale secondo il quale “la sovranità appartiene al popolo”. 4) La finta delle leggi veloci e della fine del bicameralismo: non ci saranno leggi più veloci. La riforma prevede, infatti, che tante materie dovranno passare sempre sia dalla Camera sia dal Senato, oltre al fatto che ci saranno fino a 10 diversi procedimenti di formazione delle leggi che rallenteranno inevitabilmente  i lavori. La cosiddetta Legge Boccadutri, che dava milioni e milioni di finanziamenti pubblici ai partiti, è stata approvata in un giorno lavorativo a conferma del fatto che quando c’è la volontà politica le leggi si fanno in fretta. 5) I nuovi senatori saranno ripescati dalla classe politica più corrotta del Paese: il nuovo Senato sarà composto da 100 senatori nominati tra consiglieri regionali (ben 74) e sindaci (21), ovvero l’espressione della classe politica più corrotta, più indagata ed inquisita del paese metterà piede in Parlamento. Se la scorsa legislatura si è chiusa, infatti, con circa il 10% dei parlamentari indagati, condannati o arrestati per corruzione, concussione, truffe e abuso d’ufficio nello stesso periodo, gli amministratori locali coinvolti da inchieste giudiziarie per gli stessi reati sono stati circa 400. A titolo di esempio, ricordo il  sindaco di Lodi, Simone Uggetti (Pd) fa arrestato poco tempo dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza per turbativa d’asta. 6) La Costituzione deformata da condannati e plurindagati: nel 1946 a scrivere la nostra Costituzione furono persone del calibro di Pietro Calamandrei, Benedetto Croce, Alcide De Gasperi. Oggi a metterci le mani per riscriverla è stata una maggioranza di parlamentari coinvolti in inchieste giudiziarie: condannati o indagati o coinvolti in varie inchieste giudiziarie per reati come associazione a delinquere, corruzione, frodi, voto di scambio politico, bancarotta, concussione, finanziamento illecito, omesso versamento all’erario, abuso d’ufficio, peculato e tanto altro ancora. 7) Immunità parlamentare per i senatori: sia i sindaci che i consiglieri regionali, una volta messo piede in Parlamento, godranno di tutte le immunità parlamentari previste dalla legge. 8) I nuovi senatori senza alcun vincolo di mandato: i nuovi senatori potranno fare quello che gli pare in Parlamento. Non rappresentano in alcun modo gli enti territoriali dai quali sono stati eletti e non avranno alcun vincolo di mandato nei confronti dei cittadini. Risponderanno solo ai loro partiti politici di appartenenza, dai quali saranno costantemente ricattati e dai quali sono nominati. 9) Parlamento di ricattati: con il sistema di politici che eleggono altri politici si instaura un evidente sistema di ricatti, tra partito ed eletto, ad esclusivo danno dei cittadini. 10) Gravi squilibri sulla composizione degli organi costituzionali:il rischio è che un solo partito politico  determini  sia l’elezione del Consiglio Superiore della Magistratura, sia dei giudici della Corte costituzionale, sia dello stesso Presidente della Repubblica. 11) Controllo e bavagli per i cittadini: con questa riforma le firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare passano da 50 mila a 250 mila.

Il M5S ha chiesto il dimezzamento del numero dei parlamentari, non solo per il Senato, ma anche per la Camera dei Deputati. Ha chiesto che i cittadini abbiano diritto di voto e di preferenza ad eleggere direttamente i senatori. Ha detto no ai condannati in Parlamento. Ha detto stop ai vitalizi per i condannati in Parlamento. Ha chiesto la riduzione delle indennità e degli stipendi dei parlamentari. Ha detto no all’immunità per i parlamentari. Si è battuto per un parlamento pulito: per noi, i condannati sono incandidabili. Ha chiesto la decadenza dalla carica di parlamentare in caso di assenza ripetuta. Ha chiesto la decadenza dei senatori sottoposti a processo penale. Si è battuto per l’inserimento dei referendum consultivi, propositivi e di indirizzo e per il referendum confermativo per le revisioni della Costituzione ed ha chiesto l’eliminazione del quorum per i referendum abrogativi e per le leggi popolari. Nel caso dei referendum, eliminare il quorum significa anche valorizzare quei cittadini che, con grande responsabilità e senso civico, vanno a votare.

Siamo stanchi dei soprusi della casta e dei ladri di democrazia che, con lo stravolgimento dei principi fondamentali sanciti dalla riforma costituzionale voluta dal trio Renzi-Boschi-Verdini e con i loro giochini di palazzo, cercano di erodere il cardine della sovranità popolare”.