Strage 7 luglio 1960: “Riaprite il caso”

6 luglio 2016 | 17:57
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Strage 7 luglio 1960: “Riaprite il caso”

I consiglieri regionali Pd, Sel e M5s chiedono alla Regione di sostenere ogni iniziativa per far luce su un episodio di grave violenza ad oggi senza responsabili

REGGIO EMILIA – Fare piena luce sulle vicende della “strage di Reggio Emilia” del 7 luglio 1960 dove persero la vita cinque persone, episodio che “va indagato e approfondito anche alla luce degli esiti giudiziari, senza colpevoli accertati”. A chiederlo sono i consiglieri regionali Piergiovanni Alleva (Altra Emilia-Romagna), Roberta Mori, Silvia Prodi, Luca Sabattini e Ottavia Soncini (Pd), Igor Taruffi e Yuri Torri (Sel) e Giulia Gibertoni (M5s) in una risoluzione. I consiglieri sottolineano la “violenza inaudita ad opera delle forze dell’ordine”.

Era il 7 luglio quando a Reggio scesero in piazza, su invito della Cgil, 20mila persone per uno sciopero contro le rappresaglie delle Forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti che a Genova avevano protestato il congresso del Msi. A Reggio la manifestazione pacifica “ebbe esiti drammatici nel momento in cui un drappello di poliziotti coadiuvati anche da carabinieri colpì 300 operai delle Officine Meccaniche, di cui cinque persero la vita”, si legge nel testo della risoluzione.

I 29 novembre 1962, la sezione istruttoria della Corte d’Appello di Bologna rinviò a giudizio il vicequestore a capo del reparto di Polizia per “omicidio colposo plurimo” di quattro degli operai uccisi e un agente imputato d’omicidio volontario per aver sparato contro il quinto. Per motivi di legittima suspicione però, il dibattimento si celebrò a Milano e non a Reggio. Con sentenza del 14 luglio 1964, il vicequestore fu assolto con formula piena (per non aver commesso il fatto) mentre l’agente venne assolto con formula dubitativa. Due anni dopo, la Corte d’Assise d’Appello riformò la sentenza assolvendo l’agente con formula piena.

L’episodio “di grave violenza- evidenziano quindi i firmatari-  è rimasto senza individuazioni di responsabilià e non pienamente chiarito”. Da qui, l’invito alla giunta “a valorizzare ogni progetto o ricerca universitaria per accertare e chiarire le vicende che sconvolsero Reggio Emilia e la regione intera”.