L’appello: “Gli imam scendano in piazza contro l’Isis”

27 luglio 2016 | 16:59
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L’appello: “Gli imam scendano in piazza contro l’Isis”

Layla Yusuf, presidente della associazione “Donne Migranti in Emilia Romagna: “Dobbiamo cominciare a reagire davanti a tutte le tragedie che stanno avvenendo”

REGGIO EMILIA – “Care/i sorelle e fratelli musulmani, non basta continuare a dire che l’islam è “Pace” e di fratellanza è scontato. Qualcun altro, nel nome della nostra religione, ci sta smentendo continuamente, dobbiamo cominciare a reagire davanti a tutte le tragedie che stanno avvenendo, dobbiamo difendere per primi e con determinazione la nostra fede da questi demoni, lo dobbiamo per primo a noi stessi, ai nostri figli e alla nostra religione, lo dobbiamo alla società che ci ha accolti e continua ad essere ospitale con i rifugiati musulmani, dandoci l’opportunità di vivere in pace, crescere i nostri figli, farli studiare e avere speranze di un futuro migliore.

Ormai siamo Europei, il nostro continente è questo, l’Italia è la nostra Nazione, gli Italiani sono i nostri fratelli, questa è la nostra società, non dobbiamo permettere che accada anche in Italia ciò che sta accadendo in Francia. Daesh ci sta facendo del male, gran parte di noi sono scappati da quei demoni. Non permettiamo che ci rubino i nostri figli. Gli imam devono essere i primi a dare una scossa a questo torpore. Uscite dalle moschee, andate nelle piazze insieme a tutta la comunità musulmana contro L’ISIS, interessatevi spiritualmente delle famiglie con ragazzi in difficoltà. Mi chiedo, chi più della comunità musulmana può capire i soggetti sospetti?  Attiviamoci a individuarli e tentiamo di salvarli dalla radicalizzazioni. Viviamo in Emilia Romagna, una delle zone più all’avanguardia in Italia per l’integrazione e l’interculturalità, di persone alla mano e accoglienti, con amministrazioni presenti, moviamoci insieme con la comunità ospitante.

Viviamo in un periodo difficile, dall’altra parte del mediterraneo ci sono guerre in atto con tante vittime musulmane, e in occidente abbiamo i nostri figli che rischiano di diventare un’arma di distruzione. Non permettiamoli, quindi fuori dal nostro recinto, dobbiamo avere occhi e orecchi aperte, muoverci per primi per recuperare i nostri ragazzi dalla radicalizzazione, collaborare in maniera attiva e volontaria con le forze dell’ordine, dobbiamo avere il coraggio di segnalare e denunciare se ciò diventa necessario.

Sono una mamma e come tale preoccupata per il futuro dei nostri figli, mi appello a tutte/i, dobbiamo uscire dalle nostre casa e dalle moschee, proclamare la pace a voce alta non solo in famiglia e nelle moschee, ma anche nelle piazze”.