Delrio: Pastena ha ammesso che non aveva dossier contro di me

30 luglio 2016 | 15:39
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Delrio: Pastena ha ammesso che non aveva dossier contro di me

Il ministro a Villalunga: “Me lo ha detto il procuratore Pignatone tre settimane fa quando ha chiuso le indagini”

CASALGRANDE (Reggio Emilia) – “Il procuratore di Roma Pignatone mi ha chiamato tre settimane fa e mi ha detto che aveva interrogato la persona che aveva detto di avere un dossier su di me (Valter Pastena, ex direttore generale del ministero dell’Economia , ndr) e che aveva anche sentito gli ufficiali di quelle forze dell’ordine che questo signore sosteneva gli avessero dato il dossier. Ebbene, lui ha risposto che si è inventato tutto per fare vedere che era uno che aveva delle cose particolari in mano e gli ufficiali hanno aggiunto che non esiste nessun dossier fotografico su di me. Mi ha anche chiesto se volevo che lo comunicassero alla stampa e gli ho detto non avevo nessun problema e che ero tranquillo”.

Lo ha detto ieri sera il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio sollecitato da una domanda del direttore della Gazzetta di Reggio, Stefano Scansani, durante un’intervista alla festa del Pd di Villalunga inaugurata dal membro dell’esecutivo Renzi. Il presunto dossier sarebbe stato relativo a presunte foto compromettenti scattate quando Delrio, in qualità di sindaco di Reggio, partecipò alla festa del Crocifisso a Cutro nel 2009. Quando uscì questa notizia il ministro Delrio presentò un esposto alla procura di Roma e ora ha avuto notizia della conclusione delle indagini.

Ha aggiunto Delrio: “Siamo andati a Cutro perché c’è un patto di amicizia con questa città da tanti anni e per la festa del santo crocifisso che si tiene ogni sette anni. I miei collaboratori mi avevano sconsigliato di partire, ma io ci sono andato lo stesso perché non ho niente da nascondere. Siccome i cittadini cutresi sono tanti a Reggio e quella era una festa importante per loro, ho pensato di dare un segno con la mia presenza in occasione della messa, ma non ho fatto nessun incontro elettorale”.

Alla domanda su come giudica lo stato di salute del Pd dopo il deludente risultato elettorale delle amministrative e alla luce delle divisioni interne, Delrio ha risposto: “Se guardiamo la festa del Pd di Villalunga, possiamo dire che lo stato di salute è ottimo. In questi anni questo partito è stato la guida di questo Paese dopo la crisi di affidabilità dovuta a Berlusconi. Questa crisi è stata superata grazie a un grande senso di responsabilità del partito Democratico”.

E poi parte una frecciata al Movimento 5 Stelle: “Il mio è un partito che non militarizza il consenso e non espelle i dissidenti. Credo che sia difficile trovare soggetti politici che comunque, nonostante tutte le discussioni, hanno consenso nel Paese. Non siamo un partito alla deriva come viene rappresentato”. E sul direttorio del M5S aggiunge: “Noi non abbiamo un Consiglio superiore che giudica le scelte dei sindaci. Questo è brutto e vuole dire che il sindaco non è libero. Da noi una cosa del genere sarebbe impensabile. Siamo molto trasparenti e in direzione Cuperlo può dire a Renzi: “Sei inadaeguato”. E tutto il Paese lo sa. Poi, a dire la verità, io sono favorevole a una discussione franca, ma alla fine non credo che si possa marciare divisi”.

L’ex sindaco di Reggio è poi passato a parlare della riforma costituzionale. Ha detto: “Per noi le cose si tengono insieme. E’ vero che con le riforme non si spostano le merci, ma si semplificano le relazioni fra Stato centrale e Regioni. Semplificare le procedure serve al Paese e serve a rilanciare l’occupazione. La legge elettorale è appena entrata in vigore e ci siamo già rimessi a discutere di modifiche. Se la Corte costituzionale dirà che non va bene, ne ragioneremo, ma se il Parlamento decide che non va bene io mi faccio qualche domanda visto che l’ha approvata pochi mesi fa. Poi, è chiaro, che mi adatto”.

E su eventuali contrasti e dissidi con il premier di cui si è spesso parlato, Delrio dice: “Sono chiacchiere. E’ chiaro che da quando io sono andato via da palazzo Chigi c’è chi ha pensato chissà che. La verità è che io e Renzi ci siamo guardati in faccia, quando Lupi si è dimesso, e ci siamo detti: “Cosa è che crea posti di lavoro e sblocca il Paese?”. Un ministero che funziona come questo”. E lui mi ha detto: “Se riuscissimo a trovare un sostituto”. E io gli ho risposto: “Se me lo chiedi, lo faccio. E l’ho fatto. Finito lì. A volte la si fa più complicata di quella che è”.

Infine sul fatto che Renzi ha legato la sua permanenza al governo all’esito del referendum costituzionale, Delrio ha concluso: “Cameron si è dimesso un secondo dopo. Se sei protagonista di una stagione di riforme che coinvolge la Costituzione, è evidente che, se non lo fa lui, glielo chiedono il giorno dopo gli altri. La politica è spietata. Potevamo non fare il referendum, ma abbiamo scelto noi di farlo (per la verità è la Costituzione stessa a dire che se non ci sono i due terzi dei voti in Parlamento, che non sono stati raggiunti, bisogna rivolgersi ai cittadini con un referendum per cambiare la Carta, ndr). La riforma costituzionale è il coronamento delle riforme. Ha detto una cosa che abbiamo pensato tutti quanti”.