Reggio si candida come scuola di anticorruzione

15 giugno 2016 | 17:23
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Reggio si candida come scuola di anticorruzione

La nostra città vuole diventare un hub per la formazione dei dipendenti pubblici sui temi dell’anticorruzione e del contrasto alle infiltrazioni mafiose

REGGIO EMILIA – Il Comune di Reggio Emilia si “candida” a diventare un hub per la formazione dei dipendenti pubblici sui temi dell’anticorruzione e del contrasto alle infiltrazioni mafiose. Lo annuncia oggi l’assessore Natalia Maramotti, che ha proposto di chiamare in citta’ gli amministratori di altri Comuni per confrontarsi sulle esperienze fatte in materia.

L’assessore lo dice presentando, dopo quello che si e’ tenuto nel 2015 in occasione della “settimana della legalita’”, un nuovo pacchetto di corsi di formazione promosso insieme all’associazione Avviso pubblico a cui il Comune ha aderito nel 2011. Si tratta di 75 ore di formazione rivolte a circa 200 dipendenti dell’ente di piazza Prampolini.

Gia’ da oggi i lavoratori sono dunque tornati sui banchi per approfondire alcune delle tematiche inserite nel piano anticorruzione, di cui il Comune si e’ dotato di recente. Tra le materie di studio, ci sono il nuovo codice dei contratti pubblici, la normativa antiriciclaggio, i protocolli di intesa antimafia, e le cosiddette “segnalazioni dei dipendenti” (whislteblowing) sulle anomalie all’interno degli uffici. Tematiche che, novita’ di quest’anno, verranno inoltre condivise con altri soggetti esterni all’amministrazione come la Camera di commercio, il Tribunale e le associazioni di categoria. Maramotti parla di un “forte segnale di attenzione della nostra amministrazione che, visto quanto e’ successo con l’inchiesta Aemilia, ha bisogno di rafforzarsi con antidoti e anticorpi”.

Il segretario generale del Comune e referente per l’anticorruzione Rosa Iovinella sottolinea invece: “Il piano che abbiamo elaborato non e’ solo un adempimento formale imposto dalla normativa, ma un documento costruito a partire dal confronto con i dipendenti in cui e’ centrale la loro responsabilita’ e la liberta’ di poter esternare eventuali sospetti”.

Francesco Vignola, coordinatore del dipartimento per la formazione di Avviso Pubblico, sottolinea infine: “Le mafie hanno oggi competenze a volte molto piu’ avanzate degli stessi enti locali nell’interpretare le norme. Non si piu’ stare a questo gioco, ma bisogna intervenire per prevenirle”.