Rubiera, artigiano assume 23 false colf: denunciato
Una “dipendente” senza aver mai lavorato ha percepito anche l’indennità di maternità: truffa aggravata l’accusa mossa a un 70enne dai Carabinieri del Nucleo ispettorato Lavoro di Reggio Emilia
RUBIERA (Reggio Emilia) – Un artigiano 70enne di Rubiera aveva alle proprie dipendenze 23 collaboratrici familiari, due delle quali, grazie all’attività fittiziamente prestata hanno addirittura percepito indennità erogatele dall’Inps: una l’indennità di maternità l’altra gli assegni familiari.
Un maxi truffa all’Inps quella scoperta dai carabinieri del nucleo dell’Ispettorato del lavoro che hanno posto fine al giro di assunzioni “fantasma” identificando il responsabile della frode. Con l’accusa di truffa aggravata e contraffazione di documenti di soggiorno i militari hanno denunciato un artigiano 70enne residente a Rubiera.
Un’illecita attività quella portata alla luce dalle indagini dei carabinieri del Nucleo dell’Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia avviate a seguito di una segnalazione dell’Inps nei cui terminali emergeva che cinque donne straniere avevano un rapporto lavorativo in essere a favore di un 70enne di Rubiera che le aveva assunte come colf. Un campanello d’allarme quello giunto ai carabinieri reggiani che ha visto i militari avviare mirate indagini nei confronti del 70enne appurando che le cinque assunzioni oggetto della segnalazione erano tutte fittizie unitamente ad altre 18 analoghe e precedenti assunzioni eseguite dallo stesso artigiano emerse nel corso degli accertamenti.
Il regista di questa macchina organizzativa che sfornava assunzioni fantasma per regolarizzare le clandestine (in prevalenza tunisine e marocchine ma anche un’ucraina) è risultato essere l’artigiano 70enne che è stato quindi denunciato. Gli attuali risultati investigativi rappresenterebbero un primo step laddove le 23 assunzioni fittizie con conseguenti “regolarizzazioni” di donne clandestine sinora scoperte potrebbero essere la punta di un iceberg di un fenomeno che non è escluso potrebbe aver visto le stesse false colf “indennizzare” l’artigiano per le false assunzioni che hanno consentito il rilascio dei permessi di soggiorno.
In due casi è peraltro emerso che due false colf hanno percepito indennità: una quella di maternità l’altra gli assegni familiari.