“Referendum, istituzioni locali irregimentate per propaganda a Sì”

23 maggio 2016 | 16:19
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“Referendum, istituzioni locali irregimentate per propaganda a Sì”

Michele Bonforte di Sinistra Italiana: “Si assiste allibiti alla violenza verso la storia di questa terra, al reclutamento coatto della memoria e dei simboli della sinistra e dell’antifascismo ad uso e consumo dell’avventurismo renziano”

REGGIO EMILIA – “La riforma della Costituzione che Renzi vuole imporre al paese tocca decine di articoli, e ovviamente contiene anche alcune cose positive. Ma per approvare un passo condiviso bisognerebbe ingoiarne decine decisamente indigesti. La cifra globale, insieme alla legge elettorale iper maggioritaria già in vigore, è quella di una torsione autoritaria senza precedenti. Il nemico numero uno è la sovranità elettorale: si sostituisce il Senato eletto dai cittadini con quello nominato dai partiti. Invece di eliminare il Senato, lo si mantiene in piedi per riempirlo di esponenti politici provenienti dalle regioni e dai comuni, probabilmente alla ricerca di protezione dall’attenzione dei giudici.

La possibilità di nominare i componenti della Corte Costituzionale viene consegnata di fatto al partito che conquista la Camera e le Regioni con i premi di maggioranza. Basta cioè un 30% scarso di voti per fare quello che oggi la Costituzione permette a chi rappresenta almeno il 70% degli elettori.

La stessa Camera dei Deputati diventa subordinata al Governo nell’attività legislativa, diventando di fatto una sede di mera ratifica degli atti del Governo. E qui, ancora una volta, la nuova legge elettorale peggiora di molto la situazione. Non solo perché consegna la maggioranza dei seggi a chi non ha la maggioranza fra gli elettori, ma perché permette ai partiti di scegliere con i capilista bloccati oltre l’75% dei deputati, che diventano non scelti dagli elettori ma nominati e legati da un rapporto fiduciario al segretario del partito che li ha nominati.

Si congegna così un meccanismo istituzionale adatto ad ogni avventura autoritaria, l’esatto opposto dello spirito di chi la Costituzione la fece per chiudere con il ventennio fascista.

Per questo assistiamo allibiti all’intenzione del PD sempre più manifesta di trasformare Reggio Emilia nella capitale del SI a questa riforma costituzionale. Si assiste allibiti alla violenza verso la storia di questa terra, al reclutamento coatto della memoria e dei simboli della sinistra e dell’antifascismo ad uso e consumo dell’avventurismo renziano.

Le istituzioni locali vengono irreggimentate a questo bisogno propagandistico, gli esponenti dell’ANPI attaccati perché non si piegano al diktat di Renzi.

Il comune di Reggio Emilia ha voluto giustamente ricordare il 70° anniversario del suffragio universale. Ma il convegno legato alla ricorrenza viene piegato dal sindaco Vecchi e dall’assessora Maramotti alle esigenze propagandistiche del PD di Renzi. 70 anni fa le donne conquistarono il diritto di voto. Con questa riforma della legge elettorale e della costituzione, oggi rischiano di perderlo (insieme ai maschi) per una buona quota. La ministra Boschi rappresenta questa sottrazione di libertà e non certamente la conquista del diritto di voto per tutte le donne. Altre e con ben maggiore levatura potevano presenziare il convegno, ma il PD ha inteso far coincidere, come sempre più spesso gli capita, i propri interessi elettorali con l’attività istituzionale del Comune.

Da Reggio Emilia deve partire la resistenza democratica contro l’avventurismo renziano. Il sindaco Vecchi farebbe bene a ricordare che questo governo toglie risorse ai comuni, e questa riforma della costituzione toglie poteri agli enti locali.

Noi di Sinistra Italiana lo ricordiamo bene. Non è per questo che i cittadini votarono Vecchi 2 anni fa. Di certo su questa involuzione non avrà il nostro consenso, ma il nostro più netto dissenso”.