Aemilia, reati di scopo riconosciuti a parti civili

28 aprile 2016 | 19:16
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Aemilia, reati di scopo riconosciuti a parti civili

Provincia e Comuni reggiani vanno in aula a spiegare i danni subiti

REGGIO EMILIA – La Provincia di Reggio Emilia ed i Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo sono stati ammessi parte civile al maxiprocesso Aemilia anche per i “delitti di scopo” con l’aggravante mafiosa. E’ quanto ha deciso, sciogliendo la riserva, il Tribunale collegiale di Reggio Emilia nel corso dell’udienza dibattimentale di ieri, accogliendo la richiesta avanzata dai legali di Provincia e Comuni, Salvatore Tesoriero e Federico Fischer del Foro di Bologna.

“Si tratta di un grande risultato per i nostri enti dal momento che il giudice dell’udienza preliminare, nella sua prima ordinanza, aveva infatti ritenuto non ci fosse legittimazione alla costituzione per i delitti scopo come usura, minacce aggravate, intestazione fittizia di beni, estorsioni, riciclaggio, pure commessi con l’aggravante mafiosa”, commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi.

“La decisione di ieri del Tribunale afferma un principio che abbiamo, da subito, ritenuto sacrosanto, ovvero che laddove si e’ radicata l’associazione mafiosa, ogni singolo reato di mafia accresce d’intensita’ il danno all’identita’ storico-politico-istituzionale dell’ente: per fare un esempio, un’estorsione condotta da un mafioso o per favorire l’organizzazione mafiosa non e’ piu’ un fatto privato, ma un fatto che si riflette sull’intera comunita’ locale, disarticolandola”.

L’estensione della costituzione a parte civile ai delitti di scopo (centinaia di reati commessi nel territorio provinciale, alcune decine negli altri Comuni, a partire da quello di Montecchio) comportera’ un conseguente, proporzionale aumento del danno da richiedere in sede di conclusioni, in aggiunta agli 850.000 euro di risarcimento (150.000 a ogni Comune, 100.000 alla Provincia) concessi l’altro giorno dal giudice dell’udienza preliminare di Bologna a conclusione dei riti alternativi.

“Somme che rappresentano un risarcimento, sotto il profilo giuridico e morale, per i danni subiti dalle comunita’ e dalle istituzioni e che verranno destinate a sostenere e implementare le tante iniziative per la legalita’ che da tempo stiamo realizzando”, specificano il presidente Manghi, i sindaci Andrea Carletti (Bibbiano), Paolo Colli (Montecchio Emilia), Roberto Angeli (Reggiolo), Renzo Bergamini (Gualtieri) e il commissario straordinario del Comune di Brescello, Michele Formiglio.

Sempre nell’udienza di ieri il tribunale ha ammesso l’audizione dello stesso presidente Manghi e dei sindaci, che saranno dunque chiamati a deporre al processo per dimostrare i danni subiti dalle rispettive comunita’.