Mafie, le minoranze: “Vecchi faccia un po’ di autocritica”

3 febbraio 2016 | 18:58
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Mafie, le minoranze: “Vecchi faccia un po’ di autocritica”

L’opposizione: “La cementifiazione selvaggia attirò i criminali”

REGGIO EMILIA – Il messaggio del sindaco di Reggio Luca Vecchi, che ha parlato di “momento storico” nella lotta alle mafie e’ per le opposizioni in Consiglio comunale sintetizzabile in “o con me o con la mafia”. E per questo “grave e inaccettabile”. Il sindaco “si ricordi – dicono i capigruppo Norberto Vaccari del M5s, Cinzia Rubertelli di Progetto Reggio-Grande Reggio e Cesare Bellentani della lista Magenta – che tra lui ed un cancro chiamato mafie ci sono anche parole chiamate democrazia, diritto di opposizione, trasparenza, chiarezza”.

Insiste quindi la minoranza: “Non siamo stati certamente noi a programmare la cementificazione selvaggia di Reggio negli ultimi 20 anni, cementificazione che ha favorito le mafie. Non siamo stati certamente noi a sottovalutare l”impatto che questa superficialita’ ha avuto nella societa’ reggiana”. Dunque, “prima di ergersi a vittima o unico candido paladino della lotta alla mafia, Vecchi dovrebbe fare una seria autocritica sua, del suo partito e delle conseguenze delle ultime amministrazioni sulla citta’”, concludono i consiglieri.

Critica anche la senatrice Maria Mussini, vicepresidente del gruppo Misto, che pero’ avvisa: “Attacchi mossi contemporaneamente nei confronti di Vecchi da parti cosi’ diverse tra loro suscitano in me qualche inquietudine: superficialita’ o opportunismo rischiano di fare perdere di vista alla citta’ il senso di cio’ che e’ accaduto, che sta accadendo e che non deve piu” accadere”.

Per Mussini “l’acquisto in se’ da parte di Vecchi di una casa da una persona poi successivamente accusata di collusione mafiosa e la funzione di dirigente all’urbanistica di Sergio non possono essere trattati come elementi singoli, in un fuoco di paglia: se sono parte di quell’universo puntiforme che ha determinato cio’ che il processo Aemilia deve accertare, allora devono essere valutati come tali ed essere oggetto di verifica. Se sono collegati a un sistema, quello deve essere oggetto di riflessione e chi ha partecipato a quel sistema deve rendere conto, pagare per le sue responsabilita’ e, se del caso, liberare la politica e l’amministrazione pubblica della sua presenza”.

Il “punto vero – conclude Mussini – e’ che da troppo tempo assistiamo allo sfaldarsi del tessuto economico, culturale, ambientale e sociale senza che nessuno, amministratore, partito, organizzazione, alzi la mano per dire ”io c’ero e mi prendo la mia parte di responsabilita”’. Eppure e’ successo: qualcuno ha permesso che succedesse. Per convenienza, ritorno economico o ignavia? Ma per ricostruire questo quadro intricato la caccia alle streghe non aiuta”.