Brescello, ecco gli atti finiti nel mirino del prefetto

30 gennaio 2016 | 09:00
Share0
Brescello, ecco gli atti finiti nel mirino del prefetto

Secondo quanto riporta Telereggio, la commissione prefettizia ha messo nel mirino una variante urbanistica per costruire il Famila e un trasferimento di volumi edificatori per edificare Cutrello

BRESCELLO (Reggio Emilia) – Una variante per costruire il supermercato Famila e un trasferimento di volumi edificatori per far nascere un paese che i brescellesi, non a caso, chiamano oggi Cutrello. Sono queste, secondo quanto riporta Telereggio, le due principali operazioni urbanistiche finite nel mirino della commissione prefettizia che ha esaminato ai raggi x ben 15 anni di atti e delibere del Comune di Brescello.

La relazione è stata inviata dal prefetto al ministro dell’Interno Alfano. Come è noto, nel frattempo, il sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, ha rassegnato le dimissioni e stamattina in una conferenza stampa spiegherà i motivi per cui lo ha fatto. E’ bene precisare che dalle carte della commissione non emergerebbero iptoesi di reato ma atti, per così dire, poco opportuni che potrebbere essere indicativi di una capacità di condizionamento da parte della criminalità organizzata sull’amministrazione.

Una vicenda risale ai primi anni Duemila quando era ancora sindaco il padre di Marcello, Ermes Coffrini. E’ una delocalizzazione che trasferì diritti edificatori residenziali da una zona del paese ad un’altra, quella compresa fra via Alberotto, via Pisi e via Pirandello. Nacque così il quartiere che i brescellesi chiamano Cutrello per via del fatto che è abitato da una folta comunità cutrese.

Secondo gli estensori della relazione, sarebbero stati soggetti proprietari delle aree vicini alla cosca dei Grande Aracri a beneficiare della delocalizzazione. In compenso i privati danneggiati da questa decisione non fecero obiezioni.

Il secondo caso si verifica quando sindaco di Brescello è Giuseppe Vezzani, mentre Marcello Coffrini è assessore all’Urbanistica. Qui un’area tra via della Repubblica e via Moro, viene comprata da una ditta con sede a Cutro, la Le Rose, i cui titolari sono legati da parentela a Francesco Grande Aracri, il fratello del boss Nicolino Grande Aracri che vive a Brescello e che è stato condannato per mafia. L’uomo che il sindaco Marcello Coffrini definì “una brava persona”.

Qui l’area, originariamente, era a destinazione produttiva, ma una variante la trasformò poi in area commerciale. I Le Rose guadagnarono parecchio vendendo il terreno, su cui poi la Morpho spa di Piacenza costruì un supermercato Famila da 2.300 metri quadrati.