Minacce skinheads contro sedi Pd e Caritas: perquisiti due reggiani

16 dicembre 2015 | 11:35
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Minacce skinheads contro sedi Pd e Caritas: perquisiti due reggiani

La polizia ha indagato in tutto sei persone, militanti e simpatizzanti dell’associazione Veneto Fronte Skinheads, fra cui anche tre mantovani e un veronese

REGGIO EMILIA – La polizia ha perquisito le abitazioni di due reggiani militanti e simpatizzanti dell’associazione Veneto Fronte Skinheads e di tre mantovani e un veronese, tutti di età compresa fra i 22 e i 41 anni, relativamente ai blitz del 25 novembre scorso contro le sedi Pd e Caritas e del 28 ottobre a Mantova e Suzzara. La questura, su delega del sostituto procuratore della Repubblica Maria Rita Pantani, li sta indagando con l’accusa di concorso in minacce gravi. Ad incastrare gli skinheads ci sarebbero anche filmati di videosorveglianza esterna della sede del Pd di Reggio ed altri elementi emersi durante la perquisizione.

I due reggiani abitano in un paese della bassa, tre in provincia di Mantova e uno a Verona. Tutti frequentano raramente Reggio. Solo uno di loro, abitante nella provincia di Mantova, ha precedenti di polizia per reati commessi in ambito politico: ingiuria, minacce, radunata sediziosa, accensioni e esplosioni pericolose, imbrattamento e deturpamento di cose altrui e apologia del fascismo.

Per l’azione del 25 novembre scorso è stato utilizzato un furgoncino per trasportare le sagome di cartone e un’auto su cui sono saliti gli indagati. Durante le perquisizioni sono emersi anche elementi inconfutabili a carico di due perquisiti, uno reggiano e l’altro mantovano, da farli ritenere gli autori materiali dell’affissione dei manifesti “formato A4” con la scritta “Resistenza? Infami”, tracciata su una fotografia che ritrae un gruppo di partigiani con una prigioniera, avvenuta nella notte dello scorso 16 settembre sulla bacheca delle sedi dello Spi/Cgil di Rolo, e sulle porte d’ingresso delle sedi del partito della Rifondazione Comunista di Reggiolo e dell’Anpi di Fabbrico.

I due sono stati quindi denunciati anche per diffamazione. Alcuni degli indagati, la notte dello scorso 4 novembre avrebbero anche partecipato all’affissione degli striscioni rivendicati da Progetto Nazionale: “4.11.1918: Non passa lo straniero – 4.11.2015: Accogliamo il continente nero”, rinvenuti in questo capoluogo sul  cavalcavia pedonale di viale Piave e sulla rete di recinzione della cooperativa sociale e di solidarietà “Dimora di Abramo”, struttura per l’accoglienza di giovani immigrati in via  Normandia 26. E’ la prima volta che Progetto Nazionale e il Veneto Fronte Skinhedas si sono evidenziati in questa provincia.

Le indagini condotte dalla Digos, in collaborazione con le questure di Mantova e Verona, sono nate dopo che, il 25 novembre scorso, i militanti dell’organizzazione politica di estrema destra avevano messo dei manichini tricolori a terra (per simboleggiare la presenza di un cadavere) e attaccato dei volantini listati a lutto in cui si denuncia “l’adozione di leggi di distruzione di massa” come lo “ius soli” e in genere le leggi sull’immigrazione. Già il 28 ottobre un’azione simile era stata compiuta a Mantova e Suzzara davanti alle sedi Caritas e Pd.

Costa: “Bene l’azione della polizia”
Il segretario provinciale del Pd, Andrea Costa, scrive: “Bene l’azione che la polizia ha condotto perquisendo diversi aderenti all’organizzazione Veneto Fronte Skinheads. Lo scorso 25 novembre queste persone avevano pesantemente minacciato noi e la Caritas per il nostro impegno verso i migranti. Ci auguriamo che la giustizia agisca rapidamente e da parte nostra vogliamo far sapere a costoro che non ci lasceremo intimidire da questi gesti ridicoli”.