Mafie, Aemilia: Iaquinta chiama Marchisio per discolparsi

9 novembre 2015 | 18:48
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Mafie, Aemilia: Iaquinta chiama Marchisio per discolparsi

In aula va in scena il match fra la consulente finanziaria Tattini e il campione del mondo

BOLOGNA – I due Iaquinta e la consulente finanziaria Roberta Tattini, il bar di Gualtieri, dove il campione del mondo 2006 Vincenzo, dice, non sarebbe mai entrato, l’attuale bianconero Claudio Marchisio che mette a verbale una deposizione a favore del suo ex compagno di squadra. È gia’ battaglia legale all’udienza preliminare del processo Aemilia, in corso a BolognaFiere, attorno ad uno degli episodi contestati durante le indagini della Dda che piu’ aveva fatto, e sta facendo, discutere.

Sulle accuse a Tattini, dice anzitutto il suo avvocato Girolamo Mancino: “Aveva rapporti di lavoro con certi personaggi che, solo dopo, si e’ scoperto essere parte della ‘ndrangheta. Ha dato una sua consulenza, non finalizzata al disegno criminoso. Tattini si ritiene estranea a tutti i reati-scopo, e sul concorso esterno ritiene che la sua posizione sia molto piu’ defilata rispetto al quadro accusatorio”. Le estorsioni e il concorso nello scoppio del C4 sarebbero in particolare “assolutamente privi di fondamento”, continua Mancino.

Dalle intercettazioni emerge che “lei interrompe i rapporti nel 2012, non c’era ammirazione per questi personaggi, perche’ sono soggetti che non possono essere ammirati”. Tattini, da colloqui in ambito famigliare intercettati, aveva detto di aver conosciuto i cutresi e la loro fama, ma “padre e marito le dicono che era pericoloso”. L’incontro tra Tattini e Grande Aracri e’ avvenuto, si’, ma “lei e’ da li’ che prende le distanze”, continua l’avvocato. Tornando all’incidente probatorio andato in scena a Bologna a luglio, Tattini aveva gia’ negato che al presunto incontro con i Iaquinta ci fosse stato lo scambio di un pacco milionario di soldi, come invece risultava tra le intercettazioni della Dda, ma soltanto di qualche foto insieme e un caffe’.

Iaquinta padre e figlio, difesi dall’avvocato Carlo Taormina, sostenevano gia’ allora di non ricordare l’incontro al bar: Giuseppe era gia’ in Calabria e Vincenzo era con Marchisio, diceva Taormina che oggi ha interrogato sul punto Tattini in udienza (cosi’ come la Procura e il gup) e presentato il verbale di Marchisio ottenuto. Prima di Gualtieri, Tattini aveva parlato di soldi in un capannone ma ha smentito, dicendo di non aver visto ne’ i soldi ne’ il capannone. Ora sostiene di essere stata nel bar il 19 giugno del 2011 incontrando, ha detto oggi la consulente, anche lo zio di Vincenzo e facendo una foto con Iaquinta stesso, che abita a Reggiolo.

“Non e’ possibile – evidenzia Taormina uscito dall’aula – perche’ Vincenzo era andato al matrimonio del calciatore Leonardo Bonucci il 18, ripartendo il 19 mattina dopo un pranzo a Siena. È arrivato poi a casa sua insieme con Marchisio verso le 16.30-17. Tattini dice di essersi incontrata con Vincenzo e Giuseppe al bar intorno alle 15 o 15.30, ma loro due nel bar di Gualtieri non ci sono mai stati.

Abbiamo sentito Marchisio, che ci ha confermato questa circostanza e al termine dell’udienza depositeremo il verbale”, spiega ancora il legale di Iaquinta, segnalando di aver acquisito da Societa’ autostrade anche gli orari di ingresso e uscita dell’auto a bordo della quale c’erano anche le mogli di Iaquinta e Marchisio. Tattini aveva detto di essere stata accompagnata al bar da Romolo Villirillo, uno degli imputati al carcere duro di Aemilia, e la foto con Iaquinta sarebbe stata scattata da Villirillo col cellulare di Tattini medesima.

Girolamo Mancino, avvocato della consulente bolognese alla quale ha rivolto a sua volta domande in udienza, dice che la sua cliente ha posto in udienza la questione della foto, con Vincenzo Iaquinta, a conferma della propria posizione ovvero che “al famoso incontro lei ha visto Iaquinta figlio” (fonte Dire).