Usura ed estorsioni, due arresti: coinvolti anche tre carabinieri

1 ottobre 2015 | 10:21
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Usura ed estorsioni, due arresti: coinvolti anche tre carabinieri

Sotto sequestro preventivo conti correnti e titoli per quasi 1,7 milioni di euro e auto di lusso

REGGIO EMILIA – Due persone sono finite agli arresti domiciliari e tre carabinieri, uno dei quali in congedo, sono stati sottoposti a divieto di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nell’ambito di un’operazione tra Emilia-Romagna e Veneto condotta da polizia e guardia di finanza di Modena.

“The Untouchables”, questo il nome dell’operazione che si è dispiegata fra Modena, Reggio Emilia e Verona, vede indagate in tutto due persone (gli odierni arrestati) per usura ed estorsioni e i tre appartenenti alle forze dell’ordine per corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti di ufficio e favoreggiamento. Sotto sequestro preventivo conti correnti e titoli per quasi 1,7 milioni di euro e auto di lusso.

A finire ai domiciliari Rocco Ambrisi, residente a Sassuolo ma domiciliato a Roteglia di Castellarano e Adamo Bonini, residente a Casalgrande.

Il sodalizio criminale operava, in particolare, nel distretto ceramico tra i comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Casalgrande e Castellarano. Le indagini sono iniziate nel 2014 dopo le segnalazioni di alcuni operatori finanziari per operazioni che li hanno insospettiti.

L’organizzazione avrebbe, grazie alla notorietà di uno dei propri sodali, appartenente ad una famiglia di pregiudicati di Sassuolo e al periodo di crisi economica che ha messo in difficoltà molti imprenditori, svolto per anni, attività di usura ed estorsione nei confronti di privati ed imprenditori.

Secondo gli inquirenti gli interessi usurari per prestiti arrivavano a tassi del 417% su base annua. I profitti illeciti realizzati venivano poi reinvestiti in attività commerciali: bar e pizzerie tra i più noti del comprensorio di Sassuolo, e in aziende nel settore della carpenteria metallica, dell’edilizia e della meccanica, i cui titolari ufficiali non erano altro che semplici prestanome del gruppo criminale.

In particolare sono stati tre i casi scoperti dagli inquirenti che testimonierebbero l’attività di usura ed estorsione. Nel primo caso si sarebbero verificate condotte minacciose e vessatorie nei confronti della compagna di un parente, vittima di un incidente mortale nel marzo del 2013, con lo scopo di ottenere l’affidamento della figlia minorenne e poter poi incassare il premio di una polizza sulla vita intestata al congiunto, nonché l’eventuale risarcimento assicurativo connesso al sinistro.

Ci sarebbe poi un caso che riguarda Reggio Emilia dove si sarebbe verificato un danno arrecato ai gestori di una pizzeria limitrofa a quella di proprietà del sodalizio, obbligati, perché concorrenti, a chiudere l’esercizio e continuare a pagare comunque l’affitto dell’attività. Sarebbero poi stati costretti ad acquistare un altro locale in un’altra zona con un mutuo oneroso per il quale uno dei soggetti poi arrestati avrebbe prestato una garanzia, a fronte della quale avrebbe poi preteso ben 60mila euro.

Infine si registra un episodio di usura nei confronti di un piccolo artigiano di Sassuolo, costretto ad emigrare all’estero poiché ridotto in miseria dagli esosi interessi applicati ad un prestito ricevuto, a causa di alcune difficoltà economiche, da parte di uno dei responsabili oggetto di misura cautelare.