Acqua pubblica, i referendari non mollano

21 ottobre 2015 | 14:23
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Acqua pubblica, i referendari non mollano

Presentata stamattina una raccolta di firme – 300 quelle necessarie – per riportare in sala Tricolore, attraverso una mozione di iniziativa popolare, la discussione su una societa’ a maggioranza pubblica

REGGIO EMILIA – Il comitato Acqua bene comune di Reggio Emilia lancia l’ennesimo assalto per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Lo fa presentando una raccolta di firme – 300 quelle necessarie – per riportare in sala Tricolore, attraverso una mozione di iniziativa popolare, la discussione su una societa’ a maggioranza pubblica con cui sottrarre ad Iren la gestione del ciclo dell’acqua. E il progetto viene “benedetto” anche da Stefano Rodota’, che in un video indirizzato al comitato accredita Reggio come esempio nazionale della battaglia sul servizio idrico.

La  raccolta di firme per la mozione di iniziativa popolare, finalizzata a tornare a dare la parola ai cittadini e a richiedere un confronto pubblico trasparente, partirà sabato mattina in piazza Fontanesi. L’obiettivo è quello che presentare la mozione prima possibile perchè possa essere discussa entro l’inizio di dicembre, per poi continuare la raccolta firme fino al momento della discussione in consiglio comunale.

La “Stalingrado dell’acqua”, sintetizzano scherzando i referendari. La mozione popolare, illustrata questa mattina, incassa il sostegno del Movimento 5 stelle e della lista civica Magenta, come testimoniato dalla presenza all’appuntamento dei consiglieri grillini Gianni Bertucci e Alessandra Guatteri e del civico Cesare Bellentani, ma soprattutto di Sel. E’ di pochi giorni fa infatti la presa di posizione del vicesindaco di Reggio Emilia Matteo Sassi, esponente del partito di maggioranza, che ha annunciato che lascera’ l”incarico se l’acqua non tornera’ pubblica sul territorio.

Punti focali della mozione sono, ancora una volta, la richiesta di gestire il servizio “in house” con un”azienda speciale consortile formata dai Comuni, e la sollecitazione a riattivare un percorso partecipativo a cominciare dal forum provinciale sull’acqua che non si riunisce da giugno. L’obiettivo e’ far approdare il documento in sala del Tricolore entro la prima meta’ di dicembre e, a questo proposito, e’ gia’ fissato per sabato prossimo un “firma day” ad hoc.

L’ipotesi della societa’ pubblica, contemplata come fattibile in uno studio commissionato alla societa’ Agenia, e’ stata bruscamente accantonata negli ultimi mesi, in seguito alle preoccupazioni espresse dal Pd e dai suoi sindaci sul territorio. Dalla newco potrebbero infatti insorgere debiti giudicati insostenibili per i bilanci locali. Il comitato pero’ non si da’ per vinto e, approfittando della proroga concessa dalla Regione al territorio per decidere (il termine e’ slittato dal 30 settembre a fine anno) prova ancora a giocare le sue carte.

L’obiettivo, gia’ perseguito con innumerevoli manifestazioni e prese di posizione, e’ di evitare la gara pubblica che vede Iren come vincitrice designata. A questa conclusione potrebbero arrivare gli stessi sindaci, (ma non tutti sono d’accordo) oppure lasciando le cose cosi’ come sono. Se entro la fine dell’anno infatti non sara’ presa nessuna decisione, la palla potrebbe passare alla Regione e da qui all’Autorita’ del settore. Che a sua volta nominerebbe un commissario rendendo la gara inevitabile.

Sullo sfondo resta pero’ anche il cosiddetto “piano B”: ovvero una sorta di societa’ mista con Iren come parte industriale, che potrebbe gestire il ciclo idrico per cinque anni, in attesa di mettere meglio a punto l’agognata ripubblicizzazione sancita dal referendum del 2011. Se pero’, sottolinea il comitato, “il modello e’ quello che si vuole introdurre a Piacenza con il 60% in mano ai privati, ci sembra una proposta quantomeno truffaldina”.

Con la mozione popolare, aggiunge l’esponente dei referendari Carla Ruffini, “chiediamo il ritorno ad uno strumento di democrazia diretta, perche’ tutti gli spazi di confronto con l’amministrazione in questo momento sono chiusi”. E “non vorremmo che con la deliberazione impropria gia’ presa in una sede di partito si arrivasse alla fine della proroga a decidere in tre secondi senza consultare i cittadini”. Sullo studio di fattibilita’ di Agenia, inoltre, “non sono fino a prova contraria arrivate controdeduzioni che ne attestino la non fattibilita’ e gia’ diversi Consigli comunali hanno ribadito che le sue conclusioni restano valide”.

Iren, sottolinea Francesco Fantuzzi (membro del comitato Abc e portavoce dei piccoli azionisti della multiutility) “non puo’ permettersi di perdere volumi di fatturato dal servizio idrico come il recente rating, tutt’altro che positivo, dimostra”. E che non intenda cedere sulla ripubblicizzazione, aggiunge, “lo si vede anche dalla decisione di smantellare il centro di controllo di Scandiano”. Quanto all’incertezza normativa che pesa sull’ipotesi di una societa’ pubblica infine, “bastava chiedere un semplice parere alla Corte dei conti, come la Cgil ha invitato a fare”. Invece, sottolinea in conclusione il comitato, “si e’ preferito agitare lo spettro della ”ripubblicizzazione impossibile”” (Fonte Dire).