Sindacati contro Seta: smantella contratti aziendali, è follia

14 settembre 2015 | 18:50
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Sindacati contro Seta: smantella contratti aziendali, è follia

L’appello alla Regione: “Fermate l’azienda”. Si prepara un nuovo sciopero

REGGIO EMILIA – Nuova denuncia delle segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Faisa Cisal su Seta. “In questi giorni – affermano i sindacati di categoria – e’ in discussione un documento per la gestione del trasporto pubblico nei bacini di Modena, Reggio Emilia e Piacenza fra Comune e Provincia di Modena, Comune e Provincia di Reggio e Comune di Piacenza che contiene un punto per noi inquietante”.

Infatti, “si prevede la possibilita’ che Seta annulli i contratti aziendali vigenti nei singoli bacini, azzerando anni di contrattazione aziendale fra le vecchie aziende e le organizzazioni sindacali territoriali”. Se “questa e’ l’intenzione dei sindaci e dei presidenti di Provincia – aggiungono i sindacati di categoria – noi la consideriamo una scelta sciagurata che contrasteremo con tutte le nostre forze per rispedirla al mittente”.

Inoltre, “chiediamo all’assessore regionale ai Trasporti Donini di svolgere la sua parte non assecondando questa follia e di ricoprire il suo ruolo di regista del sistema, anche alla luce delle risorse che la Regione mette a disposizione del Tpl”. Qualcuno, a giudizio delle organizzazioni vuole insomma “scaricare sui lavoratori le proprie incapacita’ di governo del sistema del Tpl che si sono accumulate in questi anni; a partire dalla scelta dei gruppi dirigenti inadeguati che si sono succeduti in azienda”. Cosi’ come “l’idea che esiste ancora la possibilita’ di avere ”l’azienda del sindaco” e’ vecchia e superata dai fatti, invece di occuparsi di programmare ed incentivare attraverso scelte di politica trasportistica-urbanistica l”utilizzo del mezzo pubblico sul loro territorio”.

Le operazioni che si sono realizzate in questi anni in Emilia-Romagna, ricordano le sigle, “guardavano a un modello di aziende aggregate con l’idea di fondo di una unica azienda regionale del ferro e della gomma di proprieta’ pubblica: un modello emiliano-romagnolo di sviluppo del servizio pubblico alternativo a quello portato avanti da vari governi centrali basato sui tagli di risorse e sulla dismissione del sistema fondato sulle aziende pubbliche”.

E un “buon esempio di questa politica e’ sicuramente la gara del ferro che ha visto al centro una politica di investimento rispetto ai materiali rotabili da mettere a disposizione dei cittadini, e nel contempo la salvaguardia delle condizioni di lavoro di coloro che operano nel sistema attraverso la sottoscrizione della clausola sociale”. In Seta invece “si vuole passare tramite l”azzeramento dei diritti dei lavoratori per coprire l”incapacita” di creare un’azienda industrialmente capace di rispondere ai bisogni dei cittadini dei territori di Modena, Reggio e Piacenza”.

Per questo, avvertono le sigle, “noi metteremo in campo tutte le azioni possibili, a partire da un’ulteriore sciopero, nel pieno rispetto delle norme di legge, perche’ si riattivi un percorso virtuoso basato su un piano industriale vero di una azienda unica che possa essere pronta ad affrontare sia la gara sull’affidamento nei propri bacini ma anche far parte integrante di un sistema che possa garantire un trasporto di qualita’ nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei cittadini di questa regione”.

Rispetto allo sciopero di quattro ore andato in scena venerdi’ per il ripristino delle relazioni sindacali, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa Cisal riengono invece “che sia arrivato un segnale forte e chiaro al nuovo gruppo dirigente dell’azienda sulla necessita’ di coinvolgere il lavoro nei processi di cambiamento. Ci aspettiamo che Seta apra un confronto con la rappresentanza dei lavoratori sui temi al centro della vertenza (piano industriale, sicurezza e manutenzione dei mezzi)”. La partita, avvisano pero’, “non si giochera’ solo su un terreno aziendale che potrebbe diventare impraticabile per le scelte degli enti locali proprietari di questa azienda” (Fonte Dire).