Sassi contro il M5S: “Ragionano come la Troika”

14 luglio 2015 | 16:20
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Sassi contro il M5S: “Ragionano come la Troika”

Il vicesindaco ribatte al capogruppo Vaccari. “L’affidamento in house a una società pubblica è la cosa migliore. Stiamo lavorando per fare in modo che i 124 milioni di euro da dare ad Iren siano versati in tempi più lunghi”

REGGIO EMILIA – “Il piano del M5S è quello della Troika per i greci. Il genio di Vaccari è di dare in pegno le azioni Iren (precendentemente il M5S aveva proposto di venderle poi aveva modificato la mozione, ndr). Esattamente come i tedeschi che chiedono in pegno i gioielli di famiglia greci per poi tenerseli se quelli non pagano”. Il vicesindaco Matteo Sassi replica al capogruppo del Movimento 5 Stelle, Norberto Vaccari, che lo aveva accusato di badare solo alla sua poltrona. E aggiunge: “Penso così tanto al mio posto, che ho detto che mi dimetterò se si andrà a una gara ad evidenza pubblica sull’acqua”.

Sassi, perché non le piace la proposta del Movimento 5 Stelle?
Perché per ripubblicizzare l’acqua come dicono loro non ci voleva certo lo studio di Agenia. Se metti in pegno le azioni per trent’anni non puoi disporne. E’ vero che gli utili li incassi lo stesso, ma è come per una casa. Se tu non hai finito di pagare il mutuo, non è tua. In caso di inadempienza perderemmo tutto. Gli ricordo che Reggio incassa cinque milioni di euro l’anno dai dividendi Iren. Sarebbe una scelta scellerata: dal punto di vista politico ed economico.

Quindi cosa bisogna fare, secondo lei?
Noi dobbiamo evitare una gara ad evidenza pubblica, perché l’acqua rappresenta un bene comune che deve rimanere il mano al territorio. Dobbiamo lavorare per valorizzare il bacino idrico reggiano ripartendo dallo studio di Agenia, fondamentale per presentare entro il mese di settembre un piano che non è il piano B, ma l’unico possibile.

Si sono fatti dei passi avanti in questi mesi? A che punto siete?
Noi crediamo che l’affidamento in house a una società pubblica sia la cosa migliore. Stiamo lavorando per fare in modo che i 124 milioni di euro da dare ad Iren siano versati in tempi più lunghi. Chi ha a che fare con piani finanziari sa che la variabile tempo è fondamentale. Vedremo come sciogliere questo nodo. Dovrà comunque essere una società territoriale.

Dentro Sel avete qualche problema. La vostra consigliera, Lucia Lusenti, ha votato a favore della mozione dei 5 Stelle. Come lo giudica?
Ha votato a favore con una dichiarazione che è a verbale e che, secondo me, è troppo democratica. Lei dice: “Siccome hanno proposto di valutare e di fare uno studio, per i buoni rapporti tra maggioranza e opposizione, non capisco perché votargli contro. Il paradosso è che lei, però, ha detto che è contraria a vendere o a dare in pegno le azioni di Iren.

Eppure Sel è divisa su questo tema. Lei lo sa bene.
Sel è spaccata fra chi ha ruoli di governo e chi ha la testa ad Atene. Ma io preferisco la solidità dei rapporti con la società reale, piuttosto che inseguire le ideologie. Guardi cosa è successo in Grecia. Sabato scorso Tsipras era un eroe e poi la sua stella è caduta. Non si può guardare ad esempi che precipitano nel corso di un eurogruppo.

I tempi per presentare il piano sull’acqua pubblica sono stretti. Si parla di settembre. Ce la farete?
Entro settembre c’è la presentazione. Entro quella data tu dovrai dire ad Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) cosa vuoi fare. Poi è chiaro che ci vorrà un anno o un anno e mezzo per concludere tutto. Entro il 30 settembre tu devi dire in quale direzione vuoi andare, ma la nuova gestione ce l’avrai fra un anno, o un anno e mezzo.

Come giudica quello che è successo ieri in consiglio comunale?
Quello che è accaduto fuori e dentro al Consiglio è un campanello d’allarme per le forze democratiche. Non possiamo non porci il problema della questione del populismo e delle forme di partecipazione aggressiva e cattiva. Si ha la sensazione di essere davanti a dei gruppi che partecipano alla vita pubblica per riversare un rancore e un disagio profondo. E’ una manifestazione di sofferenza che c’è dentro a strati trasversali della società ed è l’humus dell’autoritarismo e della xenofobia. Un partito che si dice Democratico non può non cogliere questo aspetto della coda lunga della crisi. Il Movimento 5 Stelle, se fosse un movimento democratico e maturo, si dovrebbe preoccupare di questo. Ho visto invece sorrisini di compiacimento in Consiglio, davanti alle offese, da parte dei consiglieri”.