‘Ndrangheta, la procura chiude l’indagine “Aemilia”

1 luglio 2015 | 01:08
Share0
‘Ndrangheta, la procura chiude l’indagine “Aemilia”

In tutto sono stati notificati 224 avvisi di fine indagine. Tra i reggiani il consigliere comunale Giuseppe Pagliani e il giornalista Marco Gibertini. Sono 54 i componenti dell’associazione a delinquere di tipo mafioso contestata dalla Dda di Bologna

REGGIO EMILIA – La Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha chiuso l’inchiesta “Aemilia” sulla ‘ndrangheta  e ha notificato 224 avvisi di fine indagine, atto che di solito precede la richiesta di giudizio. Sono 54 i componenti dell’associazione a delinquere di tipo mafioso contestata dalla Dda.

Nell’atto di 151 pagine firmato dal procuratore Roberto Alfonso e da tre pubblici ministeri – Marco Mescolini, Beatrice Ronchi, Enrico Cieri – appare confermata l’impostazione che portò a fine gennaio a 117 misure. Sono una quarantina le persone ancora in carcere. Tra gli accusati anche esponenti delle forze dell’ordine.

Sono confermate anche le accuse di concorso esterno all’associazione mafiosa per il consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia Giuseppe Pagliani e il giornalista sportivo Marco Gibertini, il costruttore modenese Augusto Bianchini e l’ex assessore Pdl del Comune di Parma Giovanni Paolo Bernini, la consulente fiscale bolognese Roberta Tattini.

Tra gli indagati figurano anche l’ex giocatore azzurro Vincenzo Iaquinta e suo padre Giuseppe: il giovane è accusato di aver nascosto nella sua villa di Roncolo armi e munizioni illecitamente detenute dal genitore.

L’associazione per delinquere contestata al gruppo sarebbe “operante dal 2004 e tuttora permanente”. Ai vertici sederebbero vari calabresi residenti in Emilia, mentre il boss Nicolino Grande Aracri in questa inchiesta non risponde di associazione mafiosa, ma “solo” di estorsione. L’associazione farebbe capo a Nicolino Sarcone, Michele Bolognino, Alfonso Diletto, Francesco Lamanna, Antonio Gualtieri e Romolo Villirillo. Secondo la Dda sarebbe finalizzata a commettere diversi delitti, estorsioni, usure, e ad “acquisire direttamente o indirettamente la gestione e il controllo di attività economiche”. Tra gli obiettivi del gruppo mettere le mani sui lavori post sisma del 2012, oltre sugli«appalti pubblici e privati, ostacolare il libero esercizio del voto» nel caso di elezioni dal 2007 al 2012 nelle province di Parma e Reggio Emilia.