Acqua pubblica, querelle senza fine a Reggio Emilia

22 giugno 2015 | 18:48
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Acqua pubblica, querelle senza fine a Reggio Emilia

Il Movimento 5 Stelle e i civici non si arrendono. Il Comitato provinciale acqua pubblica: “Nessuna tregua sull’acqua pubblica, la mobilitazione continua”. Il segretario regionale del PD, Paolo Calvano: “Abbandonare ideologia, rischio costi”

REGGIO EMILIA – Una nuova querelle piomba sul nodo acqua pubblica di Reggio Emilia. I consiglieri comunali del Movimento 5 stelle e i colleghi civici Cesare Bellentani e Cinzia Rubertelli hanno infatti depositato oggi un ordine del giorno urgente per chiedere nuovamente all’amministrazione comunale di “valutare con urgenza tutte le possibilita’” per reperire i fondi necessari (128 milioni) alla creazione di una societa’ pubblica per la gestione del servizio idrico.

In particolare vengono suggerite le strade della vendita delle azioni Iren, e il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti. L’ordine del giorno, presentato ai sensi dell’articolo 20 dello statuto e propedeutico alla richiesta di un Consiglio comunale straordinario, incocca un’altra freccia nell’arco dei sostenitori della newco pubblica. Al termine della commissione andata in scena venerdi’ scorso, 19 giugno e’ infatti emerso che, nel caso di una gestione “in house” del servizio idrico, alla fine della concessione la societa’ preposta porterebbe alla collettivita’ un patrimonio netto di 376 milioni, un valore degli asset per 320 milioni, e una disponibilita’ liquida di 100 milioni circa.

“Un patrimonio pubblico enorme – spiega insomma la consigliera dei 5 stelle Alessandra Guatteri – che nel caso venga privatizzato non tornera’ mai piu’ comune”.

Il Comitato provinciale acqua pubblica: “Nessuna tregua sull’acqua pubblica, la mobilitazione continua”
Scrive il Comitato: “Venerdì scorso, durante una commissione consiliare riunita in una sala comunale gremita all’inverosimile, si è sollevato il velo che nei giorni scorsi aveva coperto le intenzioni dei nostri governanti: procedere con decisione sulla strada della truffaldina opzione B, ovvero del piano alternativo al progetto di ripubblicizzazione del servizio idrico a cui da anni si sta lavorando e spazzare via qualsiasi parvenza di democrazia dai luoghi istituzionali in cui dovrebbe esprimersi al massimo grado, secondo il dettato costituzionale, la volontà dei cittadini. Dopo una farsa durata qualche ora, in cui molti consiglieri sono andati in scena con i loro interventi senza rete (molti di loro, tranne ovviamente i fedelissimi della Giunta, nulla sapevano dell’imboscata preparata in modo proditorio che li avrebbe colpiti di lì a poco), l’assessore al bilancio Notari ha annunciato con inaudita disinvoltura che il progetto di ripubblicizzazione dell’acqua è stato definitivamente archiviato dalla Giunta reggiana”.

E ancora: “Eppure lo studio di fattibilità presentato in Commissione ha dimostrato inequivocabilmente che ripubblicizzare il servizio idrico è non solo sostenibile, ma auspicabile, perché consentirebbe alla nostra comunità di ritrovarsi a fine concessione una società con un patrimonio netto di oltre 350 milioni e una liquidità di oltre 100, avendo ripagato interamente il debito con le banche. Tra gli argomenti faziosi e infondati usati dall’assessore al bilancio, noto per la sua particolare predisposizione a privatizzare ciò che è pubblico, quello del consolidamento del debito brilla per pretestuosità, primo perché non si consolida il debito ma il patrimonio netto, poi perché la legge di stabilità strumentalmente evocata non ha ancora i decreti attuativi e allo stato attuale delle cose i Comuni reggiani, così come gli altri Comuni italiani che hanno già ripubblicizzato o si accingono a ripubblicizzare il servizio idrico, possono far riferimento alla legislazione vigente. Inoltre, non si capisce come mai gli argomenti altrettanto pretestuosi legati all’insostenibilità dell’indebitamento da parte dei Comuni non valgano per la partecipazione in Iren, dove i Comuni detengono il 58% e il debito è di 2,2 miliardi”.

Conclude il Comitato: “Il Comitato Acqua Bene Comune non si farà intimidire né da questo atto di arroganza né dalle altre prove “muscolari” che l’amministrazione ha messo in campo in questi giorni/settimane. Gli amministratori e i politici che pensano di poter assumere decisioni completamente avulse dalla volontà della cittadinanza sappiano che non ci sarà nessuna tregua per loro. La battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua rappresenta in questo momento nella nostra città (ma con una rilevanza nazionale ed europea) l’argine alle nefaste politiche di impoverimento e smantellamento dello stato sociale imposte dai vertici europei e dal nostro governo nazionale. Oggi l’acqua, domani gli altri beni comuni e servizi essenziali per vivere una vita dignitosa, quel che resta della scuola e della sanità pubblica, del welfare: a Reggio Emilia, spacciata spudoratamente come città delle persone e diventata in realtà il laboratorio nazionale di sperimentazione delle privatizzazioni, si gioca una battaglia che riguarda da vicino l’esistenza e la qualità di vita delle persone. Se Iren ha assunto in città (e non solo) il ruolo di vero e proprio soggetto politico, esercitando pressioni indebite attraverso disinvolte e opache sponsorizzazioni di cui beneficiano istituzioni e media locali (realizzate anche con i profitti provenienti dalle bollette dell’acqua!), noi siamo pronti a contrastare questi ed altri aspiranti padroni della città, che stanno piegando alle logiche del mercato e del profitto le politiche cittadine e le scelte amministrative, oltre che gli spazi residui, sempre più esigui, di democrazia e partecipazione”.

Il segretario regionale del PD, Paolo Calvano: “Abbandonare ideologia, rischio costi”
Il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, dice: “A Reggio Emilia “c’e’ un dibattito in corso” sull’acqua e si stanno facendo le “ultime valutazioni” prima di fare o meno una scelta sulla ripubblicizzazione del servizio idrico. Ma “prima di prendere un orientamento definitivo credo sia fondamentale valutare costi e benefici, perche’ il cittadino viene prima di tutto”. Il segretario regionale del Pd, Paolo Calvano, interviene sulla querelle che ha agitato il mondo politico reggiano e indica la strada da seguire: non quella della “ideologia” di chi vorrebbe a tutti i costi strappare il servizio a Iren.

“Temi cosi’ – dice Calvano, a margine di una conferenza stampa tenuta oggi a Bologna – non vanno affrontati in una logica squisitamente ideologica, ma di funzionalita’. Dobbiamo garantire che il servizio, a partire da quello idrico, arrivi al cittadino con la migliore qualita’ possibile e ovviamente al prezzo piu’ accessibile”. E’ proprio quella dei costi eccessivi una delle ragioni addotte dagli stessi dem reggiani per non procedere alla creazione di una newco. “So che a Reggio stanno facendo questa valutazione e il Pd si e’ espresso nella logica di mettere al centro l”interesse del cittadino. Andra’ valutato il tutto – dice Calvano – pero’ e’ evidente che queste operazioni si fanno nella misura in cui vanno nell’interesse del cittadino, perche”se si devono trasformare in un aumento spropositato di costi o nel rischio di mancati investimenti che magari sarebbero invece indispensabili e’ ovvio che questo sarebbe un problema”.

Insomma la ripubblicizzazione del servizio idrico puo’ essere fatta, ma non a tutti i costi, e’ il messaggio di Calvano. Una forzatura in quel senso, non sorretta dalle valutazioni del caso, “ci porterebbe magari alla ripubblicizzazione dell’acqua da un lato, ma dall’altro darebbe problemi alla cittadinanza in termini di costi”, dice ancora il segretario del Pd emiliano-romagnolo (Fonte Dire).