Acqua pubblica: Tutino gioca le ultime carte

19 giugno 2015 | 13:55
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Acqua pubblica: Tutino gioca le ultime carte
Acqua pubblica: Tutino gioca le ultime carte
Acqua pubblica: Tutino gioca le ultime carte

Acqua Pubblica: oggi a Reggio viene presentato ufficialmente e pubblicamente presentato il cosiddetto “Piano A”: lo studio di “Fattibilità industriale per l’affidamento in house del Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Reggio”

REGGIO EMILIA – Acqua Pubblica: oggi in una affollatissima Commissione consiliare in Municipio a Reggio è stato presentato ufficialmente e pubblicamente presentato il cosiddetto “Piano A”: lo studio di “Fattibilità industriale per l’affidamento in house del Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Reggio Emilia“. Erano presenti cittadini, esponenti del Comitato Acqua Bene Comune e tecnici di Agenia, la società specializzata che ha curato l’analisi per conto di Agac Infrastrutture.
L’assessore Mirko Tutino ha organizzato l’ultima difesa alla sua “creatura” – una società pubblica per gestire l’acqua – giocando la carta della reversibilità del processo di ripubblicizzazione del Servizio nel caso il Piano A fallisse. Ospite “eccellente” della Commissione la deputata del Movimento 5 stelle Federica Daga, membro della commissione Ambiente.

Entro settembre, i Comuni reggiani dovranno comunicare ad Atersir i propri indirizzi circa la gestione dell’acqua, non potendo più essere il servizio affidato a Iren direttamente. Le ipotesi sul tavolo sono tre: una gara tradizionale; una gara “a doppio oggetto” che prevede l’entrata di un socio privato di minoranza; e l’agognata società per la gestione in house del servizio, ipotesi caldeggiata da Tutino che da anni lavora sul Piano su mandato di tutti i sindaci reggiani.

REINVESTIRE GLI UTILI – Nella presentazione dell’assessore reggiano ecco dunque venire a galla tutte le cifre (contenute nello studio di fattibilità) relative a rischi e vantaggi dello scorporo del servizio idrico da Iren. Le stesse cioè bocciate dalla direzione del suo partito, il Pd. Ma con due spunti finora inediti. Nelle slide proiettate da Tutino si legge infatti, alla voce “aspetti positivi”, dell’ipotesi di “reversibilità del processo in caso di risultati negativi, mediante attivazione di gara per gestione e o per socio privato”. Come dire, che se va male si torna indietro. Si mette sul piatto inoltre la possibilità di sviluppare sinergie con altre realtà “in house associate” sotto varie forme (come avvenuto con Water Alliance in Lombardia o Viveracqua in Veneto).
Tra gli altri vantaggi sottolineati, “la possibilità di reinvestire eventuali utili nel servizio in termini di maggiori investimenti o di riduzione della tariffa” e le maggiori garanzie, date dal controllo pubblico, in termini di trasparenza dei dati e sobrietà’ dei compensi degli amministratori.

Capitolo a parte quello delle tariffe, previste in aumento, ma che secondo Tutino, sulla base del metodo elaborato dall”Autority per il sistema idrico “che ha conferito stabilità al sistema”, risultano “adeguate alla copertura dei costi del capitale e dei costi operativi”. Dunque “i fisiologici rischi di gestione correlati alla natura del business sono di fatto gestiti dal nuovo metodo tariffario”.

Tra gli aspetti più critici, invece, quello giuridico del consolidamento del bilancio del soggetto gestore con i conti degli enti locali soci secondo la nuova legge di stabilità. E anche il fatto che le società in house sarebbero sottoposte alle restrizioni che valgono per le amministrazioni locali (personale, conferimento di incarichi, patto di stabilità) e all’applicazione del codice degli appalti per gli acquisti di beni e servizi. Nel primo caso però, si osserva che la normativa “ancora necessita di consolidamento ed è quindi soggetta a diverse interpretazioni, costituendo potenzialmente sia rischio sia un ”mitigant” “.

I DATI ECONOMICI – Passando ai dati economici, secondo lo studio, la nuova società necessita per nascere di un fabbisogno finanziario complessivo di circa 127-130 milioni di euro. Il valore finale da retrocedere a Iren per gli investimenti effettuati è pari a circa 102 milioni di euro, cifra che, sottolinea Tutino dovrà essere comunque corrisposta, sia con la gestione in house, sia andando a gara.

Per quanto riguarda gli investimenti dell’eventuale newco, invece, nei primi sei anni gli investimenti medi sono pari a 23,3 milioni all”anno e nell’arco di piano (25 anni) gli investimenti medi sono pari a circa 20 milioni all’anno. Le tariffe aumenteranno: lo sviluppo, dal 2016 in poi, è previsto infatti contrassegnato da un incremento iniziale determinato dai minori volumi e dai conguagli 2014 e con un trend crescente in misura analoga all’inflazione prevista. Tuttavia il progetto, afferma lo studio, “appare sostenibile sotto vari aspetti”. In particolare, poiché i costi sono ripagati dalle tariffe, “stante le ipotesi adottate, non si evidenzia la necessità di nuovi apporti di capitale da parte dei Comuni”. E del resto rimarca il Forum provinciale dell’acqua pubblica, “tra la gestione in house e la gara per l’affidamento del servizio, non ci sono terze vie”.