Acqua Pubblica, il M5s chiede al Consiglio di decidere

23 giugno 2015 | 12:52
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Acqua Pubblica, il M5s chiede al Consiglio di decidere

Odg urgente sull’affidamento in house del Servizio Idrico e affrontare in modo esplicito e pubblicamente, in Sala del Tricolore, il tema del reperimento dei fondi utili a ripubblicizzare l’acqua

REGGIO EMILIA – L’Acqua Pubblica al centro di una nuova iniziativa del M5S, che chiede di fare urgentemente chiarezza sulle intenzioni dell’Amministrazione comunale di Reggio rispetto all’affidamento in house del Servizio Idrico e affrontare in modo esplicito e pubblicamente, in Sala del Tricolore, il tema del reperimento dei fondi utili a ripubblicizzare l’acqua. E’ con un ordine del giorno presentato ai sensi dell’articolo 20 dello Statuto che la consigliera Alessandra Guatteri intende accelerare i tempi e domanda la convocazione urgente di un Consiglio Comunale per discutere del “Piano Tutino”.

“Il problema per procedere con la ripubblicizzazione dell’acqua è costituito dai 128 milioni di euro (di cui 102 per IREN) di fabbisogno finanziario per la costituzione della società pubblica che si farebbe carico della gestione del Servizio Idrico Integrato? Il problema allora va affrontato immediatamente alla luce del sole ed è necessario che il tema dell’affidamento del Servizio Idrico Integrato si sposti dalle trattative ad uso esclusivo del Pd ed enti collegati al Consiglio Comunale, cioè all’attenzione di tutti i cittadini”, afferma la Guatteri che poi spiega che con il suo Odg chiede “al Sindaco e alla Giunta di dare evidenza alle valutazioni fatte rispetto al fabbisogno finanziario necessario  al progetto di ripubblicizzazone dell’acqua”.

DOVE TROVARE I SOLDI – I grillini domandano che venga valutata in maniera esplicita  la possibilità di ottenere risorse coinvolgendo “in maniera seria Cassa Depositi e Prestiti in un progetto di finanziamento per la ripublicizzazione dell’acqua e di valutare esplicitamente la possibilità di vendere le azioni Iren incassando quanto necessario per procedere con il piano”. Guatteri ricorda che la Cassa Depositi e Prestiti è una società per azioni a controllo pubblico  che utilizza il risparmio raccolto dalle Poste per finanziare imprese e amministrazioni pubbliche e per fare investimenti di lungo periodo in aziende strategiche e in grandi infrastrutture: “Nel bilancio 2014 sono riportate disponibilità liquide per 181 miliardi di euro e un totale attività di 350 miliardi di euro. Gli spazi quindi dovrebbero esserci: quale settore più strategico dell’acqua per un’azienda a controllo pubblico? Tra Cassa Depositi e Prestiti non è azionista di rifermento del fondo  F2i un fondo che tra i settori di investimento cita proprio la rete di distribuzione dell’acqua?”.
L’APPETIBILITA’ DEL COMPARTO ACQUA – Il M5s si interroga anche sui i possibili retroscena che hanno portato ad una brusca frenata sul processo di ripubblicizzazione dell’acqua. Affermano infatti di voler capire “quali siano state le criticità che un’azienda del genere ha trovato per sfilarsi dal progetto. Anche perché lo studio di fattibilità di Agenia ha dimostrato la sostenibilità economica e finanziaria del progetto”. Ma alla domanda danno anche subito una possibile risposta:  “Per quanto riguarda Iren,  visti tutti i dati presentati da Agenia che inequivocabilmente mostrano l’appetibilità del comparto acqua, è comprensibile che una multiutility quotata in borsa  se ne separi a malincuore, così come è certo che il peso di Reggio in Iren,  in caso di  ripresa di possesso della gestione del Servizio Idrico Integrato, ne risulterebbe notevolmente ridimensionato”. La conclusione della Guatteri è che tanto vale vendere le azioni per finanziare la ripubblicizzazione, così anche da “dare libero sfogo alle ambizioni Torino-centriche della multiutility di casa nostra”.

I VANTAGGI DELL’IN HOUSE – La consigliera grillina infine ribadisce i vantaggi del percorre la strada della gestione pubblica dell’acqua “mediante una società appositamente costituita detenuta al 100% dai Comuni”. A suo avviso “le tariffe  aumenterebbero meno: Agenia stima un +5% con la gestione in house, rispetto all’attuale +6,1%, e non sarebbe più necessario incorporare nel prezzo dell’acqua il margine di redditività necessario a un’azienda multicomparto o  quotata in borsa che deve erogare dividendi. Inoltre, “la gestione dell’acqua genera soldi e potere, come è già ampiamente dimostrato in alcune aree geografiche. Potere che deve rimanere saldamente in mano pubblica”.