Legge Merlin, bufera su Capelli che firma referendum leghista

15 maggio 2015 | 19:49
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Legge Merlin, bufera su Capelli che firma referendum leghista

Il capogruppo del Pd primo firmatario in provincia. Il segretario cittadino Vicini lo scarica: “Prendiamo le distanze”. Roberta Mori: “Incomprensibile”

REGGIO EMILIA – Scoppia la bufera su Andrea Capelli, il capogruppo del PD che ieri mattina ha firmato il referendum della Lega Nord per l’abrogazione della legge Merlin. Il segretario cittadino del Pd, Mauro Vicini, prende le distanze dal suo compagno di partito e scrive: “Il Partito Democratico di Reggio Emilia prende le distanze dalla posizione di Andrea Capelli in favore del referendum per abrogazione della legge Merlin”.

Lo stesso Gianluca Vinci, segretario della Lega Nord, si è stupito della firma di Capelli. Dice a Reggio Sera: “Mah, ieri mattina uscivo dal Comune con i moduli per il referendum e l’ho incontrato al bar. Lui ha voluto firmarli subito. E’ stato il primo in provincia”.

La legge Merlin sulla prostituzione, in effetti, sembra essere destinata ad andare in pensione grazie anche a una proposta bipartisan di 70 parlamentari che apre nuovi scenari nell’esercizio (e la fruizione) della prostituzione. Via libera all’esercizio in casa per chi vuole vendere il proprio corpo, costretto con l’eventuale approvazione della legge a pagare anche le tasse. La proposta trova l’appoggio ampissimo dei gruppi politici, dal Movimento 5 stelle a Forza Italia passando per il Pd.

Tuttavia questo non significa, per il Pd, un’abrogazione della legge senza fare una riflessione sull’argomento. Scrive Vicini: “Il Pd ritiene di avere cultura, sensibilità e competenza per affrontare la questione della revisione della legge Merlin come le proposte di legge stanno iniziando a fare. Sicuramente questo complesso fenomeno va affrontato non lasciando sole le donne che subiscono questa schiavitù. Ciò che ha sempre contraddistinto le nostre amministrazioni è il governo dei fenomeni con atti compiuti e non con estemporanee boutade che invece caratterizzano forze politiche come la Lega, un partito che  non si è mai distinto per l’attenzione ai diritti delle donne abusate quanto piuttosto per l’utilizzo di gravi espressioni di stampo misogino”.

Roberta Mori, consigliere regionale del Pd e presidente della Commissione pari opportunità, dice a Reggio Sera: “A livello nazionale abbiamo partecipato a una conferenza sul tema che è molto complesso e che non può risolversi con la semplice abrogazione della legge Merlin. Questo perché la cosa più grave che potrebbe acccadere con un approccio superficiale, che coinvolge migliaia di donne abusate, è quello di mettere tutto nel calderone. Anche i paesi del nord stanno facendo una riflessione seria sulle zone dedicate alla prosituzione. Il tema va affrontato con grande attenzione. E’ sbagliato affrontarlo con un referendum. Quello che sta facendo il Pd è quello di cercare di approfondire la questione e di non fare della spicciola demagogia perché il diritto dei cittadini alla sicurezza è sacrosanto, ma i diritti umani pure. Diciamo che non trovo comprensibile l’atteggiamento di Capelli”.