Acqua pubblica, Sel divisa fra Loukanikos e Berlinguer

30 maggio 2015 | 13:32
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Acqua pubblica, Sel divisa fra Loukanikos e Berlinguer

La parte più vicina a Rifondazione ha messo in minoranza Sassi. Ma il vicesindaco, con la società mista a maggioranza pubblica, può ribaltare la situazione

REGGIO EMILIA – Il circolo Loukanikos, che si ispira al celebre cane anti Troika che seguiva ovunque i manifestanti greci prima della vittoria di Tsipras, o il più austero e rassicurante circolo Enrico Berlinguer? La divisione di Sel sull’acqua pubblica, oggi, passa anche attraverso questi due poli.

La parte più vicina a Rifondazione, che a Reggio oggi fa capo al giovane Cosimo Pederzoli (fondatore di Loukanikos), al coordinatore Michele Bonforte e alla consigliera comunale Lucia Lusenti, non da oggi in provincia e più in generale a livello regionale, ha un grosso livello di conflittualità con le giunte di cui fa parte e, fosse stato per loro, sarebbero volentieri andati, nelle elezioni dell’autunno scorso, con L’Altra Emilia Romagna e non avrebbero fatto l’accordo con Bonaccini.

La parte più moderata è invece composta dall’ex vicesindaco Franco Ferretti (fondatore del circolo Berlinguer), dall’attuale vicesindaco Matteo Sassi, dal consigliere regionale Yuri Torri e può contare sull’appoggio, in Regione, dell’assessore alla cultura Massimo Mezzetti. Questa è fautrice degli accordi in Regione con Bonaccini e di quello con Vecchi che ha portato Sassi a fare il vicesindaco.

Quest’ultimo, oggi, insieme ai moderati rischia di essere messo in minoranza nel partito. La scintilla, che ha fatto deflagrare le divisioni già latenti, è stata l’acqua pubblica. Sassi ha proposto il famoso piano B che dovrebbe salvare capra e cavoli e che consiste in una società mista, pubblica al 51%, in cui Iren, con una società veicolo ad hoc, dovrebbe partecipare al 49%. Sarebbe un soggetto ancora più pubblico di oggi dato che, oltre al 51% dei sindaci, conterebbe anche la parte pubblica che già è presente in Iren.

Un modo per uscire dall’impasse in cui si dibatte la giunta Vecchi, stretta fra la necessità di rispettare la volontà dei cittadini che hanno votato sì al referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua, e il rischio di trovarsi con una società pubblica gravata, in partenza, da un fardello di almeno 120 milioni di euro di debiti con le banche. Senza contare che Iren, e di conseguenza i sindaci di Torino e Genova, non gradiscono per niente che l’acqua venga scorporata dalla multiutlity.

Sel ha approvato un documento, nei giorni scorsi, in cui dice che, se non si farà la società pubblica, uscirà da tutte le giunte in provincia. Tuttavia il documento nulla dice sulla possibilità di costituire una società a maggioranza pubblica e su questo, probabilmente, la parte più moderata del partito avrebbe buon gioco a farla digerire ai più movimentisti. Sassi punta su questo e infatti, anche oggi, in un’intervista a un quotidiano locale dice che uscirà dalla giunta se si andrà a una gara ad evidenza pubblica. Un chiaro messaggio per accontentare la parte più intransigente del suo partito.

Tuttavia, se la strada della società mista a maggioranza pubblica andrà in porto (e pare che Iren piuttosto che perdere la gestione dell’acqua possa essere disposta ad accettare questa ipotesi, ndr), allora Sassi avrà buon gioco a convincere i suoi compagni di partito più riottosi a scendere a più miti consigli. Anche perché, non bisogna dimenticare, che a forza di essere presente alle manifestazioni ed abbaiare, il povero Loukanikos è morto per i troppi gas lacrimogeni inspirati e che anche la stella del suo beniamino, Alexis Tsipras, dopo i proclami iniziali, pare oggi luccicare poco in Grecia.